Giustizia / Il caso

L'animalista e la pagina Fb trentina, la Cassazione: chiamarlo "bimbominkia" fu diffamazione aggravata

L'Alta corte si è pronunciata sui post che a fine 2014 criticavano Enrico Rizzi, coordinatore nazionale del Partito animalista europeo, finito nel mirino per aver gioito dopo la morte del presidente del Consiglio regionale, Diego Moltrer. La sentenza riguarda una donna, autrice degli scritti contestati

SENTENZA/1 «Bimbominkia» all'animalista il sindaco Conci assolto dalla diffamazione
SENTENZA/2 Rizzi, conto salato per gli insulti a Diego Moltrer

TRENTO. Appellare una persona “bimbominkia” in post sui social implica il reato di diffamazione aggravata dal mezzo di pubblicità, perché definisce una persona con un quoziente intellettivo sotto la media.

La vicenda giudiziaria sulla quale si è espressa ora la Corte di cassazione riguarda il Trentino.

La storia ha radici lontane, ai tempi della morte di Diego Moltrer, presidente autonomista del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige, colpito da un infarto nel novembre 2014, durante una battuta di caccia.

All'epoca si scatenò uno scontro, finito poi anche nelle aule giudiziarie, su quanto scritto sui social dall'animalista siciliano Enrico Rizzi, dopo la morte dell'uomo politico trentino.

Ora la vicenda giudiziaria vede Rizzi come querelante: sotto accusa i post pubblicati in un gruppo Fb aperto all'epoca in reazione alle parole pronunciate da Rizzi, leader del Partita animalista europeo, dopo la morte di Moltrer.

Rizzi aveva definito Molter “vigliacco, assassino e infame” ed era stato condannato per diffamazione. L'attacco al politico autonomista si riferiva, fra l'altro, alla cattura dell’orsa Daniza che aveva visto Moltrer favorevole.

Gli amici di Moltrer per difenderne la memoria, intervennero sulla pagina Fb, che conta 2297 iscritti, e qualcuno utilizzò il termine e l'hashtag “Rizzibimbominchia”.

Nell'agosto 2018, il Tribunale di Trento aveva condannato una donna a una multa di mille euro, per aver ripetutamente utilizzato il termine “bimbominkia”.

Nel settembre 2020 Lorenzo Conci, sindaco di Calliano, era stato assolto dall’accusa di diffamazione nei confronti di Rizzi, che lo aveva denunciato nel febbraio del 2015. Conci è stato assolto «perché il fatto non costituisce reato» in merito ai suoi post pubblicati nel novembre del 2014 e scagionato per quelli diffamatori scritti da altri nel gruppo Fb, riconoscendo che non c’è responsabilità come amministratore della pagina. La formula recitava «per non aver commesso il fatto»: il fatto c’è ma non ne risponde lui.

Ora, la Cassazione, si esprime appunto in relazione a quanto scritto in Fb da un'altra persona, un'amica di Molter, che aveva additato Rizzi come “bimbominkia. L'Alta corte afferma che un simile epiteto sconfina oltre il diritto di critica.

Si conferma, dunque, la connotazione negativa di questo vocabolo, legato al gergo del  Web: "Nel gergo della Rete, giovane utente dei siti di relazione sociale che si caratterizza, spesso in un quadro di precaria competenza linguistica e scarso spessore culturale, per un uso marcato di elementi tipici della scrittura enfatica, espressiva e ludica (grafie simboliche e contratte, emoticon, ecc.)", si legge nella Treccani.

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