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Donne vittime di violenza, arriva l'assegno di autodeterminazione da 400 euro mensili

Dal primo aprile si potranno presentare le domande per il sostegno varato da piazza Dante allo scopo di favorire il percorso di autonomia. Segnana: "È una sorta di garanzia di indipendenza economica, per le donne che intraprendono percorsi di uscita da relazioni violente"

IL DRAMMA In Trentino l'anno scorso 109 donne accolte in residenze protette
LA PROTESTA Non una di meno: la giunta provinciale faccia di più

TRENTO. Quando una donna è vittima di violenza domestica ha bisogno anche di un supporto economico per potersi affrancare e lasciare le condizioni di vita drammatica che sta subendo.

Ora la Provincia mette a disposizionbe una nuova misura: l'assegno di autodeterminazione per il quale si potrà presentare domanda a partire dal prossimo primo aprile.

Si tratta di 400 euro mensili, erogati per un periodo minimo di tre mesi e massimo di dodici.

La cifra è ridotta a 200 euro se la richiedente è ospite di una struttura residenziale socio-assistenziale che garantisce anche vitto e alloggio.

Per quanto riguarda la durata del sostegno, ci si baserà su quanto previsto dal piano personalizzato di intervento dei servizi sociali territoriali.

Sarà a questi ultimi, spiega una nota della Provincia, che ci si potrà rivolgere per richiedere la misura di sostegno.

Dunque, tramite i servizi sociali delle Comunità e dei Comuni di Trento e Rovereto, le domande arriveranno all'Apapi, l’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa.

"Nelle scorse settimane come esecutivo avevamo approvato i criteri e le condizioni di accesso all’assegno di autodeterminazione, un nuovo intervento economico provinciale per sostenere l’autonomia delle donne vittime di violenza e in particolare per agevolare l’autonomia abitativa e il rafforzamento o il raggiungimento dell’autonomia personale", spiega l'assessora alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, Stefania Segnana.

"L’assegno è una sorta di garanzia di indipendenza economica, per le donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita da relazioni violente - aggiunge Segnana - è infatti slegato dalla prestazione lavorativa, dalla cittadinanza e dalla situazione economico-patrimoniale".

Stamani si è tenuto il primo dei due incontri formativi - il prossimo si terrà il 30 marzo - con gli operatori dei servizi sociali territoriali che si occupano di raccogliere e trasmettere le domande tramite una piattaforma informatica che consentirà di iniziare a liquidare i primi importi già nel mese di maggio", conclude l'assessore.

Le risorse utilizzate per finanziare questo intervento economico sono interamente provinciali.

Possono accedere all’assegno le donne vittime di violenza residenti in provincia di Trento al momento della presentazione della domanda.

La condizione per accedere all'assegno è la presa in carico della donna vittima di violenza da parte dei servizi sociali territoriali, i quali tengono anche conto dei percorsi intrapresi presso i servizi antiviolenza accreditati.

La presa in carico prevede un piano personalizzato di intervento al quale la donna deve aderire.

"Lo stato di vittima di violenza - spiega la Provincia - è controllato dal servizio sociale territoriale attraverso la verifica della sussistenza di almeno uno dei seguenti presupposti: aver sporto denuncia o querela e/o aver intrapreso un percorso di fuoriuscita dalla violenza presso il servizio sociale territoriale o il consultorio o il servizio di psicologia clinica dell'Azienda sanitaria o un ente del terzo settore appartenente alla filiera dei servizi antiviolenza".

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