Sanità / Il caso

«Sara è nel lago di Santa Giustina, vicino a dove è stata ritrovata la macchina: cercatela lì»

Emanuela Pedri, la sorella della giovane ginecologa scomparsa, rilancia in un'intervista al Corriere della Sera l'appello affinché vengano intensificate le ricerche e ritorna sulla questione delle condizioni di lavoro nel reparto all'ospedale Santa Chiara

LA PERIZIA «Sono un morto che cammina», depositato lo studio di parte
LA FAMIGLIA La sorella di Sara Pedri a Cles: «Non smettete di cercarla»
L'INDAGINE Spunta un audio, la testimone: "Un clima intimidatorio"
LA DIFESA Parla Tateo: «Mi hanno descritto come un mostro che non sono»

LA POLEMICA «Sara fragile? È forse un reato? Ma a Catanzaro nessun problema...»
LE RICERCHE Il lago di Santa Giustina viene perlustrato tutte le settimane

TRENTO. La vicenda della giovane ginecologa Sara pedri, della quale si sono perse le tracce in Trentino, il 4 marzo 2021, continua a richiamare l'attenzione anche dei principali mass media nazionali.

Al lago di Santa Giustina, la zona in cui fu ritrovata la vettura di Sara, le ricerche continuano.

L'episodio drammatico innescò, per iniziativa della famiglia della giovane, di origini romagnole, anche la vicenda riguardante le condizioni di lavoro nel reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento: una questione, quella dei presunti maltrattamenti psicologici verso i colleghi, di cui ora si sta occupando anche la magistratura, sono indagati l'ex primario Saverio Tateo e la sua ex vice Liliana Mereu.

Oggi, 23 febbraio, è il Corriere della Sera a tornare sulla drammatica vicenda della dottoressa di 31 anni scomparsa quasi un anno fa.

Lo fa con un articolo di Margherita Montanari, che intervista Emanuela Pedri, la sorella di Sara.

Sul destino della giovane ginecologa, la sorella ribadisce la convinzione della famiglia: «Siamo convinti che Sara abbia compiuto un gesto estremo perché abbiamo visto come si era ridotta. Mia sorella era vittima di mobbing e si era ammalata. Parlava con un filo di voce, non dormiva, non mangiava. Voleva liberarsi da un malessere. E poi carabinieri e Procura, impegnati nelle ricerche, non ci hanno mai fatto sperare che Sara si trovasse da un'altra parte. È nel lago di Santa Giustina, vicino a dove è stata ritrovata la macchina».

La famiglia chiede dunque che le ricerche vadano avanti, con l'utilizzo degli strumenti più sofisticati. Con la fine dell'inverno sarano certamente intensificate, ma chi se ne occupa ha fatto presente fin dall'inizio che si tratta di un'opera resa difficile dalle caratteristiche del lago e dalle acque torbide che complicano le verifiche sulla presenza di corpi umani.

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La giovane ginecologa è scomparsa lo scorso 4 marzo 2021. Da allora molte cose sono successe. Ma di lei, ancora nessuna traccia.

Emanuela Pedri condivide con la giornalista del Corsera anche un pensiero sull'ultimo periodo vissuto dalla sorella: «Sara era una persona educata, vitale, senza insicurezze, e volenterosa. L'ex primario Tateo, nelle dichiarazioni rilasciate ai carabinieri nell'immediatezza della scomparsa, l'aveva descritta come una ragazza educata e desiderosa di imparare. Viene istintivo chiedersi perché, in tre mesi di lavoro nel suo reparto, mia sorella abbia cominciato a sentirsi incapace e sia diventata tutt'altra persona da quella che conoscevamo».

Nell'intervista si ritorna anche sulla questione delle condizioni di lavoro in reparto e degli attegiamenti del primario nei riguardi dei professionisti suoi subordinati.

Emanuela Pedri parla di «un clima tossico, operato dai vertici, che era diventato la normalità». E rispondendo a Margherita Montanari aggiunge: «Quando Sara si è resa conto di non riuscire a reggerlo si è convinta di essere lei il problema. Tateo dice di non aver colto il clima pesante, visto che gli venivano riconosciuti risultati d'eccellenza dai pazienti. Ma il punto sono i lavoratori: molti sono stati male nel suo reparto. Ci sono 110 testimonianze e 21 persone offese che raccontano disagi inascoltati e fatti oggettivi che hanno portato al licenziamento di un professionista. Sarà il giudice a stabilire dove sta la verità».

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