Storia / Il caso

La lapide per Andreas Hofer a Lavis: Schützen e autorità, ma anche polemiche, e alla fine si ricorda che l’oste era il primo no-vax

Inaugurato sabato il primo monumento di un «percorso hoferiano» dal Tirolo a Mantova, e il direttore del Museo Storico Ferrandi cerca di invitare allo studio della figura storica, ma su Facebook è subito polemica divisiva

di Gigi Zoppello

LAVIS. Sabato a Lavis è stata scoperta con una cerimonia in due momenti la prima tabella del percorso hoferiano in Trentino.

Giustamente è stata collocata all'altezza del Ponte di ferro, nel luogo dove una volta c'era la casa del dazio, e dove fra l’altro si tennero anche gli scontri cruenti fra esercito napoleonico e Schützen della difesa territoriale trentina. Le truppe del generale francese Vendome ebbero buon gioco, ed avanzarono rapidamente in Val di Cembra, dove si combatterono diversi conflitti a fuoco fino alla presa di Cembra (con il celebre trucco strategico delle «capre di Teaio»).

Sul luogo  è stata collocata sabato  la tabella del progetto patrocinato dall'Euregio, «1809: sulle tracce di Andreas Hofer», la prima di dodici che si intendono mettere nelle località in cui Hofer è passato in Trentino e che fanno parte del percorso che va da Innsbruck a Mantova.
La targa è stata scoperta alla presenza del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che è presidente della Regione e da poco diventato presidente pro tempore dell'Euregio, del sindaco di Lavis, Andrea Brugnara, del direttore della Fondazione Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi e del comandante degli Schützen del Welschtirol (il Trentino, ndr), Enzo Cestari. Nel pomeriggio all'inaugurazione ha partecipato l'assessore alla cultura, Mirko Bisesti.
«La presenza qui come presidente dell'Euregio e della Provincia di Trento - ha detto il presidente Fugatti - è la dimostrazione che teniamo molto a tale percorso hoferiano che è importante per ribadire l'identità del Trentino all'interno dell'Euregio. Un percorso che intende completare l'identità trentina e ribadire la specificità del territorio alpino di cui la Provincia di Trento, assieme a Tirolo e Alto Adige fa parte».

Il direttore del Museo Storico, Giuseppe Ferrandi, è ben consapevole che omaggiare Hofer significa toccare conflitti mai sopiti.

Durante la cerimonia, infatti, ha detto: «il percorso hoferiano che va, una volta completato, andrà da Innsbruck a Mantova, intende essere la testimonianza di una storia condivisa all'interno del Trentino e dell'Euregio e un modo per mettere in campo iniziative che uniscono le persone che vivono sui territori euroregionali all'insegna della conoscenza di quanto è accaduto, senza contrapposizioni ma con la volontà di comprendere la peculiarità di territori che hanno una comune storia di autonomia e ricerca di indipendenza».
Il sindaco Brugnara, che è uno storico, ha voluto ribadire l'importanza simbolica del luogo in cui la targa del percorso hoferiano è stata collocata e ha sottolineato il legame storico del luogo con Hofer, che «come supremo comandante aveva pianificato in loco la difesa della linea di Lavis con l’intento di difendere il territorio del vecchio Tirolo e salvaguardarne i valori di fede e autonomia».
Il comandante Cestari ha evidenziato la soddisfazione per l'avvio del percorso hoferiano all'interno dell'Euregio «territorio che appartiene a tutti e i cui progressi sono progressi che vanno a favore di tutti coloro che vi vivono». Assieme a lui erano presenti anche tre Schützen della Val di Non (Mauro Agosti, Manuel Pezzi e Simone Filippi) che hanno consegnato a nome della Federazione Schützen del Welschtirol al presidente Fugatti, che guiderà il Gect per i prossimi due anni, un documento sull'Euregio dal titolo «Prospettive presenti, passate e future: proposte e spunti», contenente idee e considerazioni per lo sviluppo in vari ambiti dell'Euregio stesso.

Nel pomeriggio alla cerimonia cui si sono aggiunti i rappresentanti del Museo della Passiria Museum Passeier (Casa di Andreas Hofer). Lì  l'assessore Bisesti ha spiegato che «con l'inaugurazione della prima targa inizia a prendere corpo il tratto trentino dell’itinerario hoferiano. Si tratta di un progetto che contestualizza un personaggio importante per la storia e la cultura dei tre territori che fanno parte dell’Euregio. In questo modo si consolida una visione comune della storia». 

Non poteva mancare anche il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder: ha sottolineato l'importanza di studiare la storia per avere radici profonde, cosa ancora più necessaria in un mondo globalizzato e senza confini. L'accompagnamento musicale della banda sociale di Lavis ha fatto da sottofondo alla cerimonia cui hanno partecipato gli Schützen appartenenti alla Federazione del Welschtirol.

E’ bastato un comunicato stampa della provincia, però, per scatenare una bufera di commenti su Facebook. Tanto che Ferrandi oggi si è sentito in dovere di intervenire. «Ho letto alcuni commenti critici nei confronti dell’iniziativa che abbiamo dedicato alla figura di Andreas Hofer , accusata (parla dell’installazione/stele inaugurata ieri a Lavis) di essere celebrativa ed essenzialmente legata alla riproposizione di una mitologia hoferiana.
Non entro nel merito dell’ interpretazione storiografica su Hofer e sul suo ruolo a cavallo tra il 1700 e il 1800: il comandante dell’esercito tirolese che si contrappose alle armate napoleoniche e ai suoi alleati bavaresi.
Invito coloro che criticano questo progetto curato dalle tre Istituzioni museali che si occupano di storia a livello euroregionale ad andare oltre le apparenze. Nessun intento celebrativo, ma provare ad evidenziare il “radicamento” della presenza hoferiana anche in Trentino.
Suggerisco, per capire quale tipo di interpretazione storiografica regge questo progetto, di leggere la monografia di Andreas Oberhofer “Andreas Hofer. Dalle fonti alla storia”, edita nel 2010 dalla Fondazione Museo storico del Trentino e di andare a “visitate” l’installazione di Lavis, accedendo all’applicazione (tramite Qrcode) indicata nella targa. Altro consiglio, per chi non l’avesse già fatto, di andare a San Leonardo in Passiria a visitare il MuseoPassiria. Davvero un bel museo che affronta criticamente la vicenda biografica e l’evoluzione del “mito” hoferiano».

Ma alla fine, di questi tempi, è facile cadere nella polemica. Ad esempio ricordando che l’Oste della Passiria fu – in chiave antri-francese – un convinto nemico dei vaccini, che per la prima volta allora venivano proposti come profilassi per le gravissime epidemie. Insomma, era un no-vax, e forse il primo dei no-vax. Sono passati oltre due secoli, e siamo ancora lì.

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