Trento / La tragedia

Una folla in lacrime, con molti giovani, per l'ultimo abbraccio ad Alessia Andreatta, morta nell'incidente in Autobrennero

Al cimitero di Trento questa mattina, 4 dicembre, i funerali della ragazza che ha perso la vita giovedì scorso nello schianto contro un tir all'altezza di Mattarello. Era cresciuta in città, dove si era laureata, e da un paio d'annni viveva con il compagno a Levico Terme. Aveva molti amici anche nel mondo dello sport: per anni era stata attiva nell'atletica e nella pallavolo

L'INCIDENTE Lo scontro violentissimo della vettura con un mezzo pesante in A22

TRENTO. Una grande folla per l'ultimo abbraccio alla giovane Alessia Andreatta, morta a soli trent'anni in un incidente stradale sull'Autobrennero.

Nella chiesa del cimitero di Trento, dalle 9 di oggi, sabato 4 dicembre, l'estremo saluto di una comunità affranta alla giovane che ha perso la vita giovedì scorso, in un pauroso schianto tra l'automobile in cui viaggiava e un tir, sull'Autobrennero, all'altezza di Mattarello.

Tante lacrime al cimitero, abbracci di conforto anche fra i moltissimi giovani che questa mattina si sono riuniti per questo commovente ultimo saluto ad Alessia.

Una folla con tantissimi giovani per l'addio ad Alessia Andreatta, morta giovedì in uno schianto sull'A22

Al cimitero di Trento l'ultimo abbraccio alla giovane che ha perso la vita in uno scontro fra lasua vettura e un tir all'altezza di Mattarello LA CRONACA

Un dolore immenso per i famigliari e le moltissime persone che consoscevano Alessia, una ragazza che era stata molto attiva anche nel mondo sportivo in città dove abitava con la famiglia in via Degasperi.

A Trento aveva frequentato anche l'università, prima di trasferirsi con il compagno a Levico Terme, qualche anno fa.

«Mia sorella era un sole», dice la sorella Veronica.

«Ogni volta che stavi con lei sorridevi. Sapeva farti stare bene, ci riusciva con me con tutti: quando eri un po' giù di morale aveva la capacità di tirarti su, dai piedi alle stelle».

Fin da piccola si era dedicata all'atletica, con l'Atletica Clarina dedicandosi poi anche alla crescita dei più piccoli, come collaboratrice degli allenatori Luisa Merz e Claudio Tavernini.

Studentessa del Da Vinci, si era poi laureata in tecnologie biomediche.

Poi la pallavolo, con il Gs Marzola e altre società, prima di dedicarsi allo studio e al lavoro.

Il rito funebre è stato officiato don Lino Zatelli, parroco della Clarina, il quartiere della famiglia Andreatta.

“È notte profonda - ha detto fra l'altro - nel cuore di questa famiglia. Noi possiamo essere piccole luci in questa notte, braccia tese e tremanti per una famiglia nella tempesta. Chi crede è vicino nella fede. Chi non crede, con l’umanità.

Smettiamola di pensare che Dio sia onnipotente. È fragile, ma non è uno spettatore. È partecipe. Il grido di dolore di mamma Paola è il grido di Dio”.

[ha collaborato Daniele Benfanti - foto di Alessio Coser]

 

comments powered by Disqus