Pandemia / Le ipotesi

A Roma si studia il super green pass: durata ridotta a nove mesi, nelle attività del tempo libero accesso solo per vaccinati e guariti

Mentre si prepara la campagna per le terze dosi a tutti gli over 40, ecco le ipotesi in campo per rimodulare la certificazione verde: il via libera anche con i test covid si ridurrebbe agli ambiti essenziali (lavoro, studio, spesa), per gli altri contesti (dal ristorante al cinema) servirebbero la vaccinazione, salvo per chi ha avuto da poco la malattia

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di Zenone Sovilla

TRENTO. «L’attuale estensione del green pass fino a 12 mesi potrà essere rivista in futuro, se emergeranno nuovi dati o studi»: queste le parole del ministro della salute, Roberto Speranza, tre giorni fa, nella risposta a una precisa domanda durante il question time.

A quanto si intuisce dalle indiscrezioni degli ultimi giorni, a fronte della recrudescenza della pandemia, il governo sta seriamente valutando come affrontare il nodo terza dose per over quaranta correlato alla durata e alle modalità di rilascio del green pass.

Prende corpo come ipotesi fra le più accreditate quella del "super green pass": durata ridotta da 12 a 9 mesi, rilascio riservato ai vaccinati e ai guariti dal covid, utilizzo obbligatorio per tutte le attività del tempo libero (dai ristoranti al cinema o alla palestra), mentre per quelle essenziali (andare al lavoro, a scuola o a fare la spesa) basterebbe ancora il test covid negativo.

L'obiettivo è promuovere la diffusione del richiamo "Booster", una necessità derivante dalle evidenze scientifiche sul progressivo calo di efficacia dei vaccini, passati sei mesi dalla seconda dose.

"Il green pass solo ai vaccinati o guariti è una scelta politica, si sta valutando soprattutto a livello governativo", ha detto ieri Gianni Rezza, direttore della prevenzione al ministero, durante la conferenza stampa sul monitoraggio settimanale.

La scelta di aprire le attività del tempo libero solo ai vaccinati e ai guariti è stata sollecitata nei giorni scorsi anche dal presidente altoatesino, Arno Kompatscher, che indica come modello la svolta severa attuata in Austria.

La terza iniezione, spiegano gli esperti dell'Istitituto superiore di sanità, è necessaria per rinforzare la risposta immunitaria.

L'obiettivo è evitare che i contagi dilaghino nel corso della stagione fredda, col rischio che nelle persone più fragile vaccinate con sole due dosi la primavera scorsa, la malattia possa presentarsi anche in forme severe.

Stando agli studi più recenti, presi in considerazione dal governo, il calo della protezione dopo sei mesi dalla seconda dose è rimarchevole e fa aumentare il rischio di contrarre il contagio e di trasmetterlo con più facilità ad altri, pur restando presente ancora per qualche settimane (si presume) una difesa (ridotta) dai sintomi più pesanti (con tutte le variabili soggettive del caso).

In altre parole, nel piano del governo anche chi si è vaccinato all'inizio dell'estate dovrebbe a breve ricevere la terza dose, sia per proteggere se stesso, sia per contribuire alla creazione di ambienti sicuri, grazie al green pass.

La durata di quest'ultimo, come detto, potrebbe presto scendere (cioè tornare) a nove mesi, il che anticiperebbe la scadenza dei green pass ottenuti con due dosi e pure quella successiva alla dose booster (che attualmente è a 12 mesi dall'iniezione).

Si punta a uno scenario invernale in cui la circolazione del virus e soprattutto i casi gravi con necessità di ricovero in ospedale siano tenuti sotto controllo, per scongiurare l'incubo delle zone rosse.

Infine, c'è un altro capitolo trattato anche durante il question time di mercoledì scorso: l'ipotesi di allineamento dei green pass dei vaccinati e dei guariti: «La durata per i soggetti guariti è di 6 mesi e per i vaccinati e di 12 mesi. Il governo intende avviare un percorso di approfondimento per acclarare se vi siano le condizioni per valutare diversamente il certificato verde rilasciato ai guariti. Le evidenze suggeriscono che il rischi di reinfezione è basso se l’esposizione a variante si verifica entro 3-6 mesi dalla diagnosi iniziale», ha sottolineato Speranza.

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