Fauna / Il caso

«La Provincia liberi M57», il Consiglio di Stato dà ragione a Enpa e Oipa sulla ingiusta detenzione dell’orso di Andalo

Storica sentenza che ribalta il pronunciamento del Tar di Trento: l’organo di appello invita la Provincia a «valutare la liberazione» se «la cattività non ha inasprito i comportamenti del plantigrado» - LA SENTENZA INTEGRALE

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di Gigi Zoppello

TRENTO. Nuovo pronunciamento del Consiglio di Stato, nuova sconfitta per la giunta provinciale, sulla detenzione al Casteller dell’orso M57. L’organo di appello ha infatti ribaltato il pronunciamento del Tar di Trento ed ha dato ragione al ricorso di Enpa e Oipa.

Lo comunicano le sigle degli animalisti: «L’Ente Nazionale Protezione Animali e l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali apprezzano la posizione espressa oggi dal Consiglio di Stato nella sentenza che, tra l'altro, riconosce che le condanne all'ergastolo dei grandi carnivori sono la strada sbagliata, mentre l'unica percorribile è quella della convivenza.

Il Consiglio di Stato ha affermato che «La Provincia di Trento, consultata preventivamente l’ISPRA, nell’esecuzione della presente sentenza dovrà pertanto valutare se le condizioni attuali dell’esemplare M57 abbiano inasprito l’aggressività dello stesso al punto da suggerire l’adozione di misure diverse dalla sua liberazione. In particolare, nell’ottica della tutela dell’incolumità pubblica ispirata al principio di proporzionalità e alla tutela delle condizioni dell’animale come garantita dalle fonti primarie (anche di rango comunitario), l’amministrazione, con il ridetto supporto istruttorio, in sede di esecuzione della presente sentenza dovrà valutare se – avuto riguardo alle accertate condizioni, e ove sussistente al reale livello di pericolosità dell’esemplare - sia praticabile la liberazione con radio collare, ovvero la soluzione analoga a quella in precedenza adottata per l’esemplare DJ3 (di cui dà conto la stessa Provincia appellata a pag. 12 della memoria di replica, dichiarando di non opporsi ad essa).»

«Una sentenza storica – affermano Enpa e Oipa - di altissimo profilo che riconosce la validità delle nostre posizioni, che entra, finalmente, nel merito, investigando approfonditamente un evento finora affrontato in maniera frettolosa e superficiale. Noi faremo la nostra parte, seguendo con attenzione la risposta concreta della Provincia Autonoma di Trento».

Il pronunciamento discende dal ricorso di Enpa e Oipa contro il pronunciamento del Tar di Trento del 16 aprile 2021: curato all’avvocato Valentina Stefutti si opponeva «al destino che la Provincia Autonoma di Trento ha riservato per il giovane orso M57, condannato all’ergastolo per esser venuto a contatto con un carabiniere nella notte del 22 agosto 2020».

In quel 16 aprile il Tar di Trento aveva invece accolto l’istanza di Enpa e Oipa sull’orsa JJ4 per cancellare l’ordinanza della Provincia di Trento che disponeva la sua cattura.

Non così per M57: il giovane orso, per gli animalisti, «è stato incarcerato con una procedura del tutto anomala e con un’istruttoria insufficiente: catturato su un ordine impartito oralmente dal presidente Maurizio Fugatti, senza una vera approfondita indagine sullo svolgimento dei fatti, ovvero sull’incontro con il carabiniere avvenuto in piena notte in una zona boscosa, e quindi nell’habitat dell’animale, con modalità poco chiare. Inoltre, anche nelle settimane seguenti la Provincia Autonoma di Trento non ha dato formale notizia all’Ispra, come vuole la legge, e questo nonostante le numerose e ben note forme di tutela di cui l’orso gode a livello internazionale, europeo e nazionale».

Per Enpa e Oipa «Dalle ricostruzioni di quanto avvenuto quella notte, risulta evidente che quella di M57 è stata una forma naturale di reazione dovuta alla paura. L’orso, infatti, è stato preso alla sprovvista dall’incontro con il giovane carabiniere in piena notte nel suo habitat e costretto a un falso attacco. Un comportamento che, a norma del Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace), non prevede mai il carcere a vita».

Enpa e Oipa portano a casa un altro successo contro il comportamento della giunta Fugatti, dopo  aver vinto tre volte battaglie legali per JJ4 garantendole, la prima volta l’estate scorsa, il diritto alla vita, ottenendo in seguito dal Consiglio di Stato la sospensiva della sentenza della cattura e reclusione a vita, fino all’accoglimento, da parte del Tar di Trento, della richiesta di libertà per l’orsa». Per gli animalisti «Anche M57 ha diritto ad un futuro di libertà. Il nostro è un impegno forte e doveroso nei confronti della popolazione ursina del Trentino cui viene negata quella politica di convivenza con le persone che è l’unica soluzione per questa dolorosa e ingiusta forma di ostilità che viene portata avanti nei confronti degli orsi. Politica di convivenza a tutt’oggi negata, dal momento che languiscono nei box di cemento del noto Casteller sia M49 che M57 e che nessuno restituirà a DJ3, inviata pochi giorni fa in Germania probabilmente per liberare una cella, i dieci tristissimi anni di prigionia passati nel Casteller».

LA SENTENZA

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