Animali / Il caso

Orsi “problematici”, la giunta ricorre contro la sentenza del Tar che non ammette l’abbattimento

Il 29 settembre il tribunale amministrativo di Trento aveva bocciato le nuove «linee guida» della Provincia. Ora Fugatti si appella al Consiglio di Stato, 9700 euro all’avvocato Richter di Roma

TRENTO. La Provincia ha deciso di impugnare davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar di Trento dello scorso 29 settembre contro gli abbattimenti degli orsi problematici.

Con delibera del 29 ottobre la giunta ha affidato la rappresentanza e la difesa della Provincia all'avvocato Paolo Stella Richter dello studio Legale Richter di Roma, che affiancherà gli avvocati Giacomo Bernardi e Marialuisa Cattoni dell'Avvocatura della Provincia. Per il professionista viene impegnata la somma complessiva di 9.770,27 euro, come da preventivo presentato dallo studio romano.

Per i giudici amministrativi l'uccisione di un orso problematico non potrà essere un'automatica decisione del presidente della Provincia o di un sindaco: è necessario valutare caso per caso, tenendo conto che il Pacobace - Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centro-orientali - già prevede "azioni energiche" da adottare previo parere Ispra, e in casi straordinari derogando la decisione all'autorità di pubblica sicurezza.

Il Tar di Trento si era così espresso accogliendo il ricorso del Wwf e annullando la delibera della giunta provinciale numero 1.091 del 25 giugno 2021, ossia le Linee guida sulla gestione dell'orso, nella parti in cui viene disciplinata la gestione dell'animale a seguito di aggressione ad un uomo. Nel mirino delle associazioni animaliste era finito in particolare il paragrafo 5.3.1, "Casi di aggressione": prevedeva che l'ordinanza contingibile e urgente potesse essere "lo strumento consono a disporre l'abbattimento dell'esemplare protagonista dell'aggressione con contatto fisico".

"Criteri illegittimi" avevano scritto i giudici in sentenza, precisando che "non può ragionevolmente dubitarsi" che nei casi di aggressione alle persone "le decisioni circa le azioni da intraprendere vadano assunte con la massima urgenza", ed "è parimenti condivisibile" l'intento di ridurre il più possibile il rischio che altri attacchi possano ripetersi.

"Tuttavia non può ammettersi - si legge nella sentenza - l'automatismo denunciato dall'associazione ricorrente, ossia che venga sempre e comunque disposto, a mezzo di un'ordinanza contingibile e urgente, l'abbattimento dell'orso responsabile dell'aggressione". Sì ad "azioni energiche" da parte della Provincia, come la cattura e l'abbattimento, ma sempre informando Ispra e Ministero e analizzando situazione e contesto.

Era stato il presidente Maurizio Fugatti, all'indomani della sentenza, a ribadire il principio della delibera sulla gestione degli orsi problematici. «Non si tratta di introdurre automatismi o di sottovalutare l'importanza del confronto, anche perché le stesse Linee guida confermano la necessità del coinvolgimento di Ispra - aveva detto - Ma va da sé che di fronte a casi estremamente gravi e pericolosi diventa irrinunciabile disporre di strumenti operativi, che mai la Provincia ha previsto fuori dall'alveo normativo».

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