Trento / L'Intervista

Cipolletta: "Faremo un altro festival dell'economia altrove, già molte città si stanno candidando"

La decisione della giunta provinciale di cambiare partnership accolta con stupore e disappunto dal coordinatore del comitato editoriale, tra i fondatori della kermesse trentina oltre 15 anni fa. «Il passaggio dall'editore Laterza al gruppo Il Sole 24 ore per avere meno relatori "progressisti"? Nel nostro programma erano invitati economisti e scienziati da tutto il mondo. Semmai rischierà ora di essere un festival sbilanciato...»

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di Chiara Zomer

TRENTO. È stupito per com'è andata. Ma è pronto a portare il Festival dell'Economia altrove.

Innocenzo Cipolletta, all'indomani della notizia sull'esito della gara, ha pochi dubbi: anche senza scoiattolo lui, Laterza e Boeri proporranno la kermesse in un'altra città. Anche perché si è messo già in fila un numero discreto di pretendenti.

Presidente, il festival dello scoiattolo è migrato in mani diverse?

«Più che altro è un altro prodotto. Non migra niente, si interrompe una vicenda di successo. E comincia un'incognita».

Lo avevate capito o è stata una sorpresa?

«Che la politica trentina che gestisce attualmente il governo avesse delle remore nei nostri confronti lo sapevano credo tutti. Ma il presidente Maurizio Fugatti ha sempre avuto espressioni di lode per il nostro successo. Quindi non ce lo aspettavamo. Anche perché ci avevano detto che questa nuova procedura sarebbe stata soprattutto un fatto formale, per chi aveva ideato e organizzato il festival in questi 16 anni. Onestamente quindi no, non me lo aspettavo. Poi credo che il presidente Fugatti fosse sincero, quando diceva di apprezzare i risultati. Credo che abbia avuto pressioni esterne, che il partito non ci ammirasse molto».

La Lega si era in passato lamentata di un equilibrio non garantito, tra correnti di pensiero diverse. I relatori erano - questa l'accusa all'epoca - in massima parte progressisti.

«Ed era una cosa che non aveva gran senso. Nel nostro programma erano invitati economisti e scienziati da tutto il mondo. Quanto ai politici, erano chiamati a partecipare quelli del momento: esponenti di centrodestra se al governo erano loro, esponenti di centrosinistra se avevano vinto loro le elezioni. Semmai rischia di essere un festival sbilanciato adesso».

In che senso?

«Beh, mi pare che la proposta che viene avanzata, quella sì rischia di essere spostata, con due persone coinvolte che sono state a lungo nel consiglio dei ministri con il centrodestra».

Ora che si chiude un ciclo, ricordiamo com'è iniziata?

«Io ero presidente del Sole24Ore quando nacque il festival dell'Economia di Trento. Ero presidente lì e presidente dell'Università di Trento. Come direttore, al Sole, avevo Ferruccio de Bortoli. C'era Laterza che voleva organizzare un festival dell'economia, stava pensando ad una città del centro Italia, io ho proposto Trento. Ma con de Bortoli decidemmo subito che il Sole 24 Ore dovesse essere media partner e non organizzatore. Perché valutammo che un giornale è meglio se non diventa parte integrante di un programma, sia perché altrimenti gli altri media perdono d'interesse nel seguire il festival, sia perché l'obiettivo era organizzare un festival scientifico, e questo mal si concilia con un giornale, che è per definizione concentrato sulla quotidianità. Quindi il Sole è stato media partner. Certo, poi le cose evolvono, cambiano i direttori, l'attenzione si è nel tempo un po' ridotta. Ma in effetti anche questo non mi aspettavo, che il Sole 24ore facesse una proposta senza prendere in considerazione che il festival l'abbiamo inventato noi».

E dopo 16 anni ormai il brand è consolidato.

«Certo quando contattiamo un relatore, lui sa ormai già dove viene. Tenga conto che la stessa commissione che ha valutato le proposte ha dato 89 punti a noi e 84 a loro, a testimonianza della qualità del progetto».

È stata una scelta politica. Per altro rivendicata dal presidente Fugatti. Spiegata poco magari, ma rivendicata senz'altro.

«Se la spiegasse anche, sarebbe meglio».

È una vicenda che considera chiusa, o c'è spazio per un rientro in qualche modo?

«Noi non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali. Sicuramente vogliamo vedere gli atti, per capire le motivazioni. Ma stiamo già vedendo come proseguire altrove, non esiste solo Trento».

Pronti a ripartire da un'altra parte?

«Sì. Da 24 ore riceviamo richieste, adesso valuteremo. Mi dispiace, perché l'esperienza che abbiamo vissuto ha funzionato bene. Crediamo di aver portato un contributo culturale, oltre che economico, in questi 16 anni. Ma se deve andare così, ci sposteremo. Ripeto, tante città, sia piccole che medie del nord e centro Italia stanno facendo richiesta. Al progetto stavamo già lavorando».

Anche alcuni relatori erano stati contattati immaginiamo. Chi?

«Non lo dico ora, perché non avevamo un accordo preciso. Noi stessi non ci siamo impegnati, finché non avevamo la garanzia di organizzare la prossima edizione. Facciamo le cose seriamente».

Quindi il progetto c'è, quel che non si porta via da Trento è il logo. Lo scoiattolo resta qui. Si augura anche lei, come Laterza, che non venga più usato? Lo ritiene probabile?

«Lo scoiattolo l'ha inventato Laterza e l'ha donato, generosamente, al comitato organizzatore. Certo, se lo useranno o no, dipenderà dal comitato. Vediamo cosa dicono gli altri membri del comitato».

Quanto al titolo, "Festival dell'economia" è abbastanza generico per poterlo replicare altrove?

«Certamente. Il festival dell'Economia di Trento si può fare solo a Trento, ma un festival dell'economia di un'altra città si può fare. E lo faremo».

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