Pandemia / Le misure

Scuola, in Trentino pronte le prime sospensioni del personale che rifiuta il green pass

Il dirigente Roberto Ceccato: «C'è già qualche caso, ma mi sembrano percentuali gestibili, anche se il vero banco di prova sarà il 13 settembre»

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di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Nei prossimi giorni scatteranno le prime sospensioni per il personale scolastico non dotato di green pass, quindi che non è vaccinato e non ha intenzione di sottoporsi al tampone ogni 48 ore per poter tornare al lavoro.

Ad annunciarlo è Roberto Ceccato, dirigente del Dipartimento istruzione della Provincia, impegnato nel cercare di garantire una ripresa dell'anno scolastico in presenza, che sia la più regolare possibile, dalle scuole materne alle superiori.

«C'è già qualche provvedimento di sospensione - spiega il dirigente Ceccato - che stiamo predisponendo, ma sono situazioni molto limitate».

I casi dunque, almeno fino ad ora, per quanto riguarda gli insegnanti «no vax» duri e puri, non sarebbero molti o almeno non tali da creare difficoltà molto superiori a quelle che si presentano ad ogni inizio di anno scolastico per la copertura dei posti.

«C'è già qualche caso - precisa il dirigente - di docenti che non hanno preso servizio e che non intendono dotarsi di green pass, ma mi sembrano percentuali gestibili, anche se il vero banco di prova sarà il 13 settembre, con l'inizio dell'anno scolastico, quando gran parte del personale riprenderà servizio».

La norma prevede infatti che la sospensione scatta dopo cinque giorni di assenza per mancata presentazione del green pass. E visto che è entrata in vigore il primo settembre i primi provvedimenti potranno partire da questa settimana, una volta scattati i cinque giorni, per chi preferisce la sospensione non retribuita piuttosto che farsi vaccinare o sottoporsi sistematicamente al tampone.

Il report settimanale della presidenza del consiglio dei ministri sul personale scolastico vaccinato in Trentino, che si basa sui dati forniti dalla nostra Azienda sanitaria al 3 settembre indicava che mancavano all'appello ancora 3.446 persone si 19mila, ovvero il 18,14%.

È un numero molto alto, che pone il Trentino agli ultimi posti tra le Regioni italiane, anche se va detto che ognuna ha usato un suo criterio per individuare la platea vaccinale considerata come "personale scolastico".

La Provincia di Trento ha ricompreso il personale delle scuole pubbliche e private equiparate, insegnanti, bidelli, personale amministrativo e ausiliario, personale dei nidi e anche le Tagesmutter. Quindi in questo numero non ci sono solo maestri e professori ma tutti coloro che in ruoli diversi lavorano per i servizi scolastici dai nidi alle scuole superiori.

«Per noi - rimarca Ceccato - è un inizio d'anno come gli altri, si corre per avere tutti gli insegnanti a disposizione e certo c'è la questione del green pass, ma non sta dando problemi straordinari che mettono in discussione la funzionalità del servizio. Un insegnante sospeso viene sostituito. Dispiace ma è quanto prevede la legge».Anche Giuliano Baldessari, presidente della Federazione delle scuole materne, non si mostra particolarmente preoccupato per il numero di maestre e maestri no vax.

«Si inizia - dice Baldessari - e solo allora vederemo quanti sono effettivamente a non essere in regola con il green pass. Speriamo che sia come per le manifestazioni dei no vax alle stazioni, che alla fine erano molto pochi. Comunque qualche insegnante in graduatoria ancora ce l'abbiamo per eventualmente coprire con la supplenza chi dovesse preferire la sospensione alla presentazione del green pass».

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