Salute / Il caso

Operatori sanitari no-vax: rifiutano il vaccino e si presentano al colloquio con avvocati e registratore, per poi dire «no»

L’Azienda Sanitaria dà loro tempo fino a martedì, poi scatteranno le lettere di sospensione. Il racconto della dottoressa Giampiccolo: «anche 40 minuti di discussione, e così bloccano tutto il centro vaccinale»

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TRENTO. Stanno resistendo fino all'ultimo i sanitari che in questi mesi hanno manifestato le loro perplessità al vaccino e che la prossima settimana rischiano di essere sospesi dal servizio o destinati ad attività per le quali non c'è contatto con il pubblico.

Entro questa settimana si esauriranno tutti gli appuntamenti prefissati ma i numeri non sono quelli sperati. Si parla di un 10% di soggetti che si sono sottoposti a vaccinazione.

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Firmata oggi dal presidente della Provincia autonoma di Trento l'ordinanza n. 81 che prevede ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica.

«Ma le fila le tireremo martedì» - dice il direttore generale Antonio Ferro, spiegando che i soggetti si presentano, parlano ma poi non si vaccinano.

«La situazione è molto complicata. Giovedì una persona si è presentata con avvocato e un’altra persona a fare da palo per registrare tutto il colloquio», creando quindi anche problemi alla macchina vaccinale.

Un altro episodio analogo, viene raccontato dalla dottoressa Bruna Giampiccolo, ed è avvenuto a Borgo Valsugana. «Ieri si è presentata una signora, accompagnata da altre due persone, perché, essendo infermiera, ha l’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. La sua richiesta di informazioni “esaurienti” era evidentemente solo un pretesto per poter rifiutare il vaccino tant’è che ha chiesto di registrarmi con il telefonino. Per questo ho preferito soprassedere ad un colloquio che era, a mio parere, a senso unico, senza alcuna reale volontà di modificare una posizione già presa.

Analogo episodio si era verificato anche il giorno prima, quando la disponibilità del medico a dialogare per quaranta minuti aveva avuto come unico risultato di ritardare la vaccinazione di tutte le altre persone in attesa.

Ho ribadito più volte – spiega la dottoressa Giampiccolo – che provo solo dispiacere nel vedere operatori sanitari più preoccupati per sé che per la salute e la difesa dei più fragili che sono chiamati a tutelare non solo come professione ma anche come disposizione d’ animo.

Le persone che pensano (loro sì) di avere tutte le risposte dovrebbero agire coerentemente, accettando i costi che il rifiuto del vaccino comporta.

Da parte mia accetto di non sapere tutto, ma credo nel progresso della scienza e sono convinta che tutti dobbiamo contribuire alla lotta a questa pandemia, fosse solo per l’enorme sforzo anche economico che questa comporta.

Io preferisco sentirmi parte di tutte quelle persone che , volontariamente, dedicano a questo impegno di tutto il paese il loro tempo e le loro energie, sperando di restituire a tutti un mondo più libero e di contribuire ad un mondo più solidale e, in definitiva, migliore».

Ma quanti operatori sanitari sono no-vax? Ancora Ferro: «I primi dati sono come da letteratura. Le percentuali delle adesioni sono basse».

Erano state 850 le lettere di invito formali alla vaccinazione inviate ad altrettanti operatori sanitari che non si erano sottoposti alla somministrazione anti Covid.

Si tratta di persone che non hanno mai risposto alle comunicazioni inviate da Apss per approfondire i motivi della mancata vaccinazione. La lettera d'invito contiene già le due date della vaccinazione fissate d'ufficio al drive through di Trento dopo ferragosto. Dopo martedì non ci sarà più spazio per il dialogo e scatteranno i provvedimenti previsti.

 

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