Salute / Il caso

Prenotazioni dei vaccini in calo, per l’Ordine dei medici servono nuove azioni. Ferro: «Abbiamo fatto tutto il possibile»

Sabato e domenica «free days»: ai drive through ci si può presentare senza appuntamento, tanti i giovanissimi ma preoccupa lo «zoccolo duro» di chi poteva farlo e non ha voluto

di Patrizia Todesco

TRENTO. L'impressione di chi è in prima linea a vaccinare è che siamo arrivati allo zoccolo duro. Chi voleva o poteva vaccinarsi lo ha già fatto.

Prenotazioni in calo, rallentano le somministrazioni: ecco cosa sta succedendo alla campagna vaccinale in Trentino

La campagna vaccinale rallenta in Trentino, e chi lavora in prima linea ha l’impressione che siamo arrivati allo zoccolo duro di coloro che del vaccino non vogliono nemmeno sentir parlare. Appello dell’ordine dei Medici.

Ai drive through arrivano in questi giorni molti giovanissimi, coloro che nei mesi scorsi hanno passato il Covid e che quindi hanno dovuto attendere per vaccinarsi, e i sanitari che hanno ricevuto l'ultimatum. La spinta del green pass sembra esaurirsi e ora molti appuntamenti nel corso della giornata rimangono liberi e quasi ovunque è possibile prenotarsi da un giorno all'altro.

La spinta, spera l'Azienda, potrebbe arrivare nel fine settimana con l'open day. Per incentivare la vaccinazione delle fasce più giovani sabato dalle 9 alle 18 e domenica dalle 14 alle 18 chiunque potrà accedere al drive through in località San Vincenzo, a Trento Sud, senza appuntamento.

Già questa settimana, anche se in maniera meno strutturata, gli accessi erano liberi e qualche centinaia di utenti ne ha approfittato.

Che si stia assistendo ad un freno delle prenotazioni lo dimostra il fatto che giovedì, su 4.819 vaccinazioni effettuate, 3.273 erano seconde dosi e solamente 1.546 prime dosi.

L'Ordine dei Medici, alla luce dei dati che, se pur non aggiornati, ci pongono comunque in fondo alla classifica della copertura vaccinale, non nasconde «un senso di frustrazione e disagio». Così il presidente Marco Ioppi ha inviato nei giorni scorsi una lettera al presidente Maurizio Fugatti e all'assessora Stefania Segnana per chiedere di «individuare e proporre nuove azioni, mettendo in campo nuovi strumenti per recuperare l'adesione di tanti cittadini ancora renitenti ed esitanti».

Per l'Ordine dei medici «l'elevato numero di persone delle classi di età comprese tra i 20 e i 50 anni e la considerevole percentuale degli esenti ticket e portatori di malattia che ancora resistono alla vaccinazione, impongono un'analisi attenta e accurata dell'organizzazione e della logistica».

L'Ordine dei medici, da parte sua, nella news inviata a tutti gli iscritti il 12 agosto, ha invitato ognuno di loro nel loro ambito di competenza a persuadere e rassicurare i pazienti. L'Ordine punta poi sui ragazzi. «Per loro si ha a disposizione un vaccino sicuro e, grazie all'età, molto efficace. Non farlo subito e aspettare altro tempo significa perdere la possibilità di garantire la massima protezione alla riapertura delle scuole. «Non possiamo permetterci un ritorno dei focolai con conseguente chiusura delle scuole e ripresa della Dad: i ragazzi non riuscirebbero a tollerare, soprattutto da un punto di vista psicologico, un nuovo lockdown». L'Ordine ritiene quanto mai necessario e utile mettere in atto in tal senso una campagna di informazione per aiutare a far capire alle famiglie che con la vaccinazione aiutiamo i loro figli a riprendere in mano la loro vita. «Pari attenzione va data alle persone fragili, quali gli emarginati senza fissa dimora: organizzare per loro la vaccinazione in primo luogo li protegge e mette in maggior sicurezza la nostra comunità. Insomma: tutelare gli anziani, i portatori di patologie, mettere in sicurezza i giovani, vaccinare i senza fissa dimora sono scelte virtuose che dobbiamo sostenere», conclude Ioppi che riprendendo le parole del vescovo Lauro Tisi ribadisce che vaccinarsi è prima di tutto un gesto d'amore e carità per gli altri.

Da parte sua il direttore dell'Azienda sanitaria Antonio Ferro spera che ci sia un aumento di prenotazioni a settembre, quando tutti rientreranno dalle ferie. «Per il resto come Azienda e Provincia abbiamo fatto il possibile. Il Trentino come l'Alto Adige sono province virtuose per il consumo di farmaci ma questo forse si ripercuote anche su una maggior resistenza ai vaccini. Abbiamo comunque somministrato 650 mila dosi con pochi disguidi. La macchina ha funzionato e i rischi per chi non si vaccina sono ormai evidenti».

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