Violenza / Il fatto

Trento, 38enne arrestato con l'accusa di aver ripetutamente picchiato la moglie incinta

Intervento della sezione della Mobile specializzata nei reati di “codice rosso”: la donna (straniera come il marito) all'inizio aveva paura di denunciare le violenze subite ma poi ha raccontato e documentato i fatti, ora è stata messa sotto protezione

L'INIZIATIVA Sassi rossi contro la violenza sulle donne
I DATI In Italia una donna uccisa ogni tre giorni
CONFRONTO La violenza contro le donne si combatte anche con l'arte

TRENTO In piazza contro la violenza sulle donne ricordando Deborah

TRENTO. È accusato di violenze ai danni della moglie incinta un 38enne residente da tempo a Trento, ma di origini straniere, arrestato dalla squadra mobile della questura di Trento.

La misura cautelare era stata richiesta dalla Procura della Repubblica di Trento e disposta dal giudice per le indagini preliminari.

Gli inquirenti hanno spiegato che nel corso delle indagini è stato via via scoperto un quadro di violenze, fisiche e verbali, da parte dell’uomo nei confronti della moglie, incinta.

Le attività investigative, portate avanti dalla sezione della Mobile specializzata nei reati di “codice rosso”, erano cominciate pochi giorni fa, quando è stato richiesto l’intervento di un’ambulanza per una donna incinta di cinque mesi che aveva, a suo dire, alcuni ematomi causati da cadute accidentali.

La situazione, spiega la polizia, è apparsa subito sospetta e dai primi colloqui con la donna (che non parla l'italiano) sono emersi particolari del rapporto di convivenza tra i coniugi, tali da far ritenere che vi fosse un quadro di violenze, fisiche e psicologiche, da parte del marito nei confronti della moglie.

In un primo momento la donna è apparsa restia.

Ma quando è stata rassicurata sul fatto che sia lei che il nascituro sarebbero stati tutelati dall’aggressore con tutti i mezzi previsti dalla legge, ha iniziato, frammentariamente, a raccontare qualche episodio di violenza.

Solo dopo diverse ore - spiegano ancora gli inquirenti - trascorse a parlare e a tranquillizzare la vittima, che appariva molto scossa e soprattutto impaurita per la salute del bambino, la donna si è decisa a fornire un quadro completo della situazione.

Gli agenti hanno così scoperto che da mesi il marito abitualmente picchiava la moglie, soprattutto dopo aver ecceduto con l’alcol, e la costringeva a non lamentarsi e a non urlare per non destare sospetti nei vicini di casa.

Le infilava le dita in bocca, mentre la picchiava, per evitare che lei potesse emettere alcun lamento e infatti la vittima aveva diversi tagli intorno alla bocca a testimonianza di questo tipo di trattamento.

La donna ha mostrato le foto di diverse lesioni riportate negli ultimi sei mesi, in seguito alle aggressioni patite dal marito.

Inoltre, è venuto alla luce un vero e proprio stato di segregazione a cui è stata sottoposta la donna dal suo arrivo in Italia, circa 6 mesi orsono, tale da determinare che non potesse uscire dalla propria abitazione senza il permesso del marito e quest’ultimo avesse fatto in modo che la moglie non avesse neppure le chiavi di casa.

Gli investigatori spiegano infine che è emerso anche un forte timore a denunciare quanto subito per paura di ritorsioni da parte del marito. Immediatamente la donna è stata collocata in una struttura protetta che potesse ospitarla al fine di impedire al marito di poterla raggiungere.

comments powered by Disqus