Infanzia / La polemica

"Materne aperte a luglio? Non sia scuola ma socialità per i bimbi"

Cisl, Uil e Satos rilanciano le critiche alla decisione unilaterale presa dalla Provincia e chiedono che si organizzino piuttosto attività estive alternative. Sulla frenata della Cgil davanti all'ipotesi sciopero precisano: "Quella anche per noi è l'ultima spiaggia"
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di Giorgio Lacchin

TRENTO. Lo sciopero è la soluzione estrema, l'ultima spiaggia, alla quale ricorrere se non si viene ascoltati.I sindacati non hanno detto "domani scioperiamo", ma lo faranno se non si trova un accordo con la Provincia.

E l'accordo dovrebbe funzionare così: le scuole dell'infanzia rimangano pure aperte a luglio, ma non "per fare scuola" come gli altri mesi dell'anno, ma per ospitare un altro tipo di attività, come tante volte in passato con gli asili estivi. Ecco allora che la mossa della Cgil (Grosselli: «Scioperare oggi sarebbe incomprensibile») appare tutt'al più una frenata, non certo una marcia indietro.

«Sciopero incomprensibile? Lo dice la Cgil confederale, non la federazione Flc Cgil che si occupa della scuola», tiene a precisare Stefania Galli (Cisl).

«Invito peraltro Grosselli a leggere meglio le nostre dichiarazioni. Noi non abbiamo dichiarato lo sciopero ma lo stato di agitazione: abbiamo detto che continueremo a cercare una conciliazione, a fare degli incontri per trovare la quadra ma se la quadra non arriva l'ultima spiaggia del sindacato è lo sciopero. E non credo di doverglielo insegnare io, a Grosselli».

Ovviamente, prosegue Galli, «non abbiamo nessuna intenzione di opporci alle famiglie. Ci sono quelle dove entrambi i genitori lavorano, lo sappiamo bene, ma non dobbiamo dimenticare che anche i lavoratori della scuola hanno una famiglia».

Il fatto è che «la risposta ai bisogni delle famiglie che lavorano non è il prolungamento della scuola dell'infanzia. Lo sostiene anche il ministro dell'Istruzione: lui dice di lasciare le scuole aperte e se ci sono modalità per riprendere la socializzazione, ben vengano; non dice "andiamo a fare scuola". Non ha cambiato il calendario scolastico. La scuola finisce, da quel momento in poi si fa altro; negli stessi locali, come succede da anni con gli asili estivi e le colonie, ma si fa altro».

La Cgil è un grande sindacato «e può sostenere le posizioni che ritiene giuste», riflette Marcella Tomasi (Uil).

«Siamo consapevoli del momento difficile in cui ci troviamo ed è giusto aiutare le famiglie, ma il personale delle scuole deve poter sostenere i propri diritti, anche contrattuali, che si trascinano dall'anno scorso».

Il problema non è lo sciopero in sé, insiste Tomasi, «ma una giunta provinciale che decide i percorsi per l'estate senza ascoltare le necessità della scuola. Lo avesse fatto non si comporterebbe così duramente con il personale».La Giunta agisce in maniera strana, «oserei dire schizofrenica», azzarda la sindacalista della Uil: «Da una parte finanzia i servizi conciliativi, dall'altra spende cifre importanti - si parla di 1 milione e 200mila euro abbondanti - per aprire le scuole dell'infanzia a luglio. Con quei soldi potevamo sostenere ulteriormente i servizi conciliativi, invece che obbligare le scuole all'apertura straordinaria».

Quella di Grosselli «può sembrare una frenata», suggerisce Ennio Montefusco (Satos), «ma è parso di capire che volesse dire semplicemente che bisogna coinvolgere il comparto dei servizi conciliativi». La realtà, ammonisce Montefusco, «è che il governatore Fugatti ha contrapposto le famiglie agli insegnanti della scuola dell'infanzia, come l'anno scorso con i dipendenti pubblici e il resto dei lavoratori a proposito di un possibile rinnovo del contratto».

Sarebbe anche il caso di ascoltare i pedagoghi quando dicono che «in estate i bambini hanno bisogno di riposare, non di stare chiusi nelle scuole».«Noi speriamo ancora che il tutto possa essere rivisto insieme e si trovi una soluzione», conclude il rappresentante Satos.

«La settimana prossima andremo dal commissario del Governo: staremo a vedere. Lo sciopero è l'ultima ratio».

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