La Giustizia ha bisogno di una riforma strutturale: il monito del Procuratore generale all'apertura dell'anno giudiziario

TRENTO - Una riforma strutturale e complessiva della Giustizia. Questo l’auspicio espresso dal procuratore generale della Repubblica, Giovanni Ilarda, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ieri al Tribunale di Trento.

«La mia riflessione è che anche se questo anno ci ha riservato tristissime conseguenze, ci può essere l’occasione per dare una risposta ad un Paese che si trova in enorme difficoltà. Spero che questa volta si prenda atto dell’esigenza di una riforma vera, di carattere strutturale, un pacchetto giustizia di modernizzazione delle procedure e dell’organizzazione basato sul digitale e sulla formazione manageriale di chi la deve gestire, considerato che - ha aggiunto Ilarda - la necessaria ripresa economica passa anche attraverso riforme del sistema, riforme che ci chiede anche l’Unione europea».

Nel ricordare il permanere di forti scoperture di organico e di una serie di difficoltà riscontrate nello smart-working durante il periodo di lock-down, Ilarda ha sottolineato l’impatto della pandemia sulla giustizia: «Per la parte requirente posso dire che in generale sono calate le sopravvenienze, ma le conseguenze sono state pesanti perché contemporaneamente è calata anche la produttività in conseguenza di una serie di cambiamenti e problematiche organizzative».

Relativamente alle ultime inchieste sulla presenza della ‘ndrangheta in Trentino, il Procuratore generale ha commentato: «C’è un impegno importante, sono state assunte importantissime iniziative che hanno scoperchiato fatti gravi legati a una specifica realtà, ma questo non significa che l’economia del Trentino sia in maniera diffusa e generalizzata inquinata dalla criminalità organizzata. Bisogna comunque tenere altissima la guardia e bene ha fatto la Procura a muoversi».

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