Scuola a settembre: febbre misurata a casa, mascherine solo negli spazi comuni

A settembre la scuola ripartirà nella normalità. Con alcune attenzioni in più, con investimenti in più e con personale in più, ma tornerà a essere la scuola che abbiamo lasciato nei primi giorni dello scorso marzo. Questo, però, ad oggi. Nel senso che tra un mese, o comunque il 14 settembre prossimo, tutto potrebbe cambiare e quindi tutto quello che leggerete da qui in poi potrebbe non essere applicabile. E tutto potrebbe cambiare anche dopo, a fine novembre o la primavera prossima. L’incognita da cui tutto dipende ha un nome e un cognome: “andamento epidemiologico”. Tradotto, numero dei contagi. Se saranno bassi, diciamo entro i dati rilevati a giugno e luglio in Trentino, tutti torneranno a scuola e la Dad (didattica a distanza) sarà solo un lontano ricordo. Altrimenti verrà introdotto una sorta di mix tra didattica in presenza e a distanza oppure, nella peggiore delle ipotesi, si tornerà a quanto accaduto a marzo, aprile, maggio e giugno. Le linee guida per l’anno scolastico 2020-2021, tanto attese e discusse, sono arrivate ieri. «Abbiamo atteso quelle nazionali ma non sono arrivate e quindi ci siamo arrangiati», ha spiegato il presidente Maurizio Fugatti.
Linee guida, comunque, abbastanza generiche: le valutazioni finali cambiano da istituto a istituto e quindi saranno i dirigenti scolastici a prendere le decisioni, ad esempio sui criteri per la creazione delle classi.

I quattro scenari.
Se in Alto Adige li hanno definiti semaforo verde, arancione e rosso, in Trentino si puntato sul meteo e su quattro scenari possibili: sole, poco nuvoloso, nubi e temporali. Le prime due possibilità, in realtà, coincidono e corrispondono a contagio zero e contagio basso. In pratica la situazione attuale: il virus circola poco o nulla e bisogna solamente stare attenti, applicando misure prudenziali come arieggiare le aule, distanziarsi negli spazi comuni, sanificare. Con un grado di contagio medio, corrispondente a un ritorno del virus, «le scuole procederanno a far partire un modello didattico integrato, in presenza e a distanza, con salvaguardia delle categorie fragili», spiega la Provincia. L’ultima ipotesi è la peggiore: lockdown e quindi si torna alla Dad.

Soldi e assunzioni.
«Abbiamo messo sul piatto 45 milioni per la ripartenza a settembre: 33 per il personale docente da assumere, 5 per il personale Ata, 4 per gli studenti con Bisogni educativi speciali e 3 per arredi e attrezzature», ha spiegato l’assessore Mirko Bisesti. Per quanto riguarda gli organici, la previsione è quella di integrare gli organici con 500 unità. «Non meno di 500 - assicura il direttore Roberto Ceccato - in tutto il sistema: gli inserimenti nuovi riguarderanno infatti l’infanzia, le scuole di ogni ordine e grado e le professionali».

Classi, febbre, mascherine.
Le linee guida lasciano naturalmente spazio alle interpretazioni. A chiarire alcuni aspetti ci pensa Roberto Ceccati. «La temperatura? In classe si potrà entrare con meno di 37.5. La misurazione non spetta alla scuola, ma alle famiglie. Capitolo classi: stimiamo saranno 270 in più per il prossimo anno. Ma non possiamo dare un numero di alunni “fisso”, perché molto dipende dagli spazi: per intendersi in una aula di oltre 50 metri quadrati possono stare anche 23 o 24 studenti. Chi ha una classe con quei numeri ma spazi molto ridotti dovrà necessariamente dividere. Come? Deciderà la dirigenza, ma con l’indicazione di farlo nel modo meno impattante possibile. Si tratterà comunque in gran parte di primo anno: invece che creare quattro prime da 25 alunni se ne faranno cinque da venti alunni. Sulle mascherine la decisione finale verrà presa a fine agosto, non lo dico io ma il ministero. Per ora abbiamo previsto di non tenerle in classe ma di usarle negli spostamenti in spazi comuni». Quindi anche all’ingresso e all’uscita. Un’altra questione riguarda le nomine dei nuovi dirigenti scolastici, che potrebbe in qualche modo ostacolare il lavoro nei singoli plessi. «Le faremo prima del solito quest’anno, fermo restando che il lavoro inizia l’1 settembre. Tornando alle regole, anche le mense sono confermate, con le dovute precauzioni: oggi si parla di un metro di distanza e ogni singola scuola ha fatto le verifiche necessarie, spesso si facevano già due turni, al limite ne verrà organizzato un terzo».

Aspetti didattici e sanitari.
«Daremo la possibilità, su base volontaria - ha detto il dottor Antonio Ferro - di effettuare dei tamponi sul personale scolastico. Sono 10.000 le persone interessate, se aderisse un dieci o venti per centro sarebbe un buon risultato. E poi valutiamo un controllo periodico nei mesi successivi». Così la Sovrintendente Viviana Sbardella: «Il piano cerca di dare risposte a preoccupazioni diffuse, ovvero come recuperare quanto svolto in maniera non ottimale nella seconda parte dell’anno scorso. È pronto un piano straordinario di formazione di Iprase per offrire ai docenti più strumenti».

 

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