Pronto soccorso «carente»: azienda a caccia di medici

di Andrea Bergamo

L'Azienda sanitaria è a caccia di medici per il pronto soccorso dell'ospedale Santa Chiara. «Si tratta di un problema serio» osserva il direttore generale Paolo Bordon. A confermarlo sono i pazienti che si sono rivolti all'ospedale di Trento per cure urgenti: «Da tempo mio figlio di 17 anni soffre di gravi crampi addominali, così giovedì pomeriggio lo ho accompagnato all'ospedale, su consiglio del medico di base» è il racconto di una mamma. Il codice di priorità assegnato al paziente è stato quello «verde»: l'adolescente, che aveva la febbre alta, è stato fatto sdraiare su una barella in una stanza assieme ad altre 7-8 persone (un'altra stava sul corridoio) e gli è stata consegnata una mascherina.  

L'attesa per il 17enne è durata sette ore. «La dottoressa lo ha visitato in modo accurato e professionale. Essendo l'unico medico in servizio, ha fatto il possibile per gestire al meglio la situazione. Quando abbiamo fatto presente il problema della lunga attesa, l'infermiera ha allargato le braccia». Una situazione che si protrae - specialmente in orario notturno - da circa un mese. «Ci stiamo impegnando per risolvere il problema della carenza di organico legato a trasferimenti, malattie e gravidanze. A fine mese ci sarà un nuovo concorso: speriamo che i medici stavolta si presentino, perché gli ultimi bandi erano andati deserti. Noi prendiamo tutti, se si presentano medici validi». Il pool del pronto soccorso del Santa Chiara conta una sessantina di medici, che solitamente lavorano in due per ogni turno. «Garantiamo priorità ai codici rossi, mentre solitamente un codice verde è gestibile dal medico di base» spiega Bordon. 

«Appena arrivati in ospedale, alle 17.38, ci è stato detto che avremmo dovuto attendere un paio d'ore, mentre la visita è stata effettuata alle 00.36, dopo ben 7 ore» riferisce la mamma del paziente, che ha trascorso la notte in ospedale per i necessari accertamenti. «È chiaro che i casi più gravi del nostro venissero analizzati con urgenza, ma come può un medico (per quanto preparato e veloce) a gestire tutto da solo?» si chiede la signora, che ancora una volta evidenzia la qualità della prestazione ricevuta: «Certo, non può mica fare i miracoli» aggiunge la mamma. Che osserva: «Ho sempre pensato che la sanità trentina funziona ed è di alta qualità. Avrei immaginato che situazioni di questo genere accadessero solo ad altre latitudini: tutto questo non è accettabile, specialmente per gli anziani ed i più deboli». 

«Non sempre in pronto soccorso è presente un unico medico: dipende dalle giornate e dalle fasce orarie» puntualizza il direttore dell'Azienda, che comprende le difficoltà dei sanitari al lavoro e dei pazienti: «Facciamo tutto il possibile per affrontare questa situazione».

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