Rivoluzione viabilità con i soldi dell'Autobrennero

di Domenico Sartori

Trento e Rovereto aspettano come una benedizione l’affido della concessione trentennale alla Regione Trentino-Alto Adige e agli altri soci pubblici territoriali, da Reggio Emilia a Bolzano, che ne daranno poi la gestione ad una società inhouse, l’attuale Autostrada del Brennero spa «liberata» dei quattro soci privati o una newco. Una «benedizione» perché risolverebbe d’un botto il problema delle tangenziali cittadine. Una montagna di danaro. Opere costosissime, perché si tratta - nella sostanza - di realizzare un nuovo tracciato autostradale, in parte in galleria, e di utilizzare le corsie attuali come nuove circovallazioni delle due città.

La previsione è contenuta nel piano degli investimenti che dagli uffici della Regione sarà inviato a breve - se possibile prima di Pasqua, altrimenti subito dopo - all’Art (Autorità di regolazione dei trasporti) e al Mit, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. La scorsa settimana, incontrando il ministro Graziano Delrio e i massimi dirigenti del Mit, del Mef (Ministero dell’economia e delle finanze), la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e il sottosegretario con delega agli affari europei Sandro Gozi, i due presidenti, Arno Kompatscher per la Regione e la Provincia di Bolzano, e Ugo Rossi per la Provincia di Trento, si sono impegnati a consegnare il piano investimenti entro una decina giorni. Una prima bozza era stata già presentata al Mit da Autobrennero spa la scorsa primavera. Poi, in gennaio, Kompatscher aveva inviato una bozza aggiornata. Infine, nel recente incontro dei soci pubblici, a margine dell’assemblea di A22, il piano è stato ulteriormente aggiornato. E ieri scadeva il termine entro cui ciascun socio pubblico potrà presentare ulteriori osservazioni e proposte.

All’atto della firma del protocollo d’intesa tra soci pubblici locali e Mit, nel gennaio 2016, si parlò di investimenti per 2 miliardi di euro. Ma la fame di opere è da allora cresciuta. L’ultimo valore indicato è di 3,6 miliardi di euro di opere legate alla nuova concessione, su cui in ogni caso dovranno nelle prossime settimane pronunciarsi l’Art, per definire le tariffe, il Mit e il Cipe. Ed una cosa sono i desiderata, un’altra le opere che saranno alla fine inserite nella convenzione di concessione. Per il Trentino si tratterebbe di opere per 5-600 milioni. Accanto alla terza corsia dinamica prevista nel tratto Bolzano Sud-Verona Nord (200 milioni di euro), c’è lo spostamento in galleria del tratto autostradale nel capoluogo: una nuova canna a tre corsie nel tratto di Piedicastello, tra Trento Nord e San Nicolò, trasformando, come detto, il tracciato attuale in nuova tangenziale, data la problematicità della stretta e pericoloa circonvallazione ovest. E pure per Rovereto, con la realizzazione del nuovo tracciato dell’A22, un tratto, all’altezza di Isera, passerebbe in galleria.

Accanto a queste opere «core», strutturali, il piano degli investimenti prevede inoltre altre opere, per almeno 400 milioni di euro per l’intera tratta, da Campogalliano al Brennero. Sono le cosiddette opere «pertinenziali» o «funzionali» all’arteria autostradale, da realizzare con gli introiti da pedaggio. Per il Trentino tra queste opere ci sono il rifacimento della stazione autostradale di Trento Centro, l’allargamento dello svincolo di uscita sulla provinciale 235 in direzione nord (Spini), il rifacimento del viadotto «Canova» lungo l’attuale circonvallazione di Trento per il collegamento con la Statale 47 della Valsugana, l’allungamento e la messa in sicurezza dell’ingresso n. 7 in direzione sud e dell’uscita n. 6 della tangenziale di Trento. Inoltre, sono stati previsti la sistemazione della rotatoria del casello di Trento Centro, la messa in sicurezza della tangenziale di Trento tra Piedicastello e San Nicolò e la ristrutturazione del viadotto Vela.

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