Inquinamento dell'acqua a Trento Nord

di Franco Gottardi

Forse stavolta ci siamo veramente. L'intervento di bonifica delle rogge inquinate che scendono da Trento Nord sta per prendere il via. «A primavera si parte» conferma il dirigente del Dipartimento Infrastrutture della Provincia Raffaele De Col. La prossima settimana i lavori del primo lotto, riguardante la Fossa primaria di Campotrentino e il rio Lavisotto nei tratti che scorrono a cielo aperto a nord della città prima di infilarsi, all'altezza di via Fratelli Fontana, sotto le strade, verranno finalmente aggiudicati. Poi, fatti i controlli sulla regolarità delle offerte, se tutto sarà a posto verrà firmato il contratto e si potrà partire nel giro di qualche settimana.

L'aggiudicazione dell'appalto segnerà la fine di un percorso lungo e accidentato. Il bando, dopo anni di rinvii e ripensamenti sulle modalità di intervento, era stato pubblicato verso la fine del 2015. Su una spesa complessiva di 13,8 milioni, comprendente anche oneri fiscali, analisi, indennizzi per l'occupazione dei terreni, prevede un importo di 11,9 milioni di cui 6,2 di lavori soggetti a ribasso, 375mila euro per altri oneri fissi e 5,3 milioni per il trasporto e smaltimento del materiale inquinato. Proprio la voce «trasporto e smaltimento» aveva però creato un inghippo perché erano state inizialmente esclusi due dei dieci raggruppamenti che hanno presentato un'offerta, quelli capeggiati dalla Vibeco di Saronno e dalla Oberosler di Bolzano, rei di aver indicato lo stesso soggetto.

I ricorsi al Tar delle due imprese avevano bloccato per mesi la procedura e si erano conclusi con la loro riammissione nel luglio del 2016, ma da allora la procedura si era persa nelle nebbie. In realtà la commissione ha continuato nel lavoro di valutazione delle offerte tecniche, che peseranno per il 70% nell'aggiudicazione, e di quelle economiche. Ora siamo giunti al termine e martedì prossimo avremo finalmente il verdetto. Sperando che non intervengano altri ricorsi al Tar da parte delle imprese battute, cosa che allungherebbe ulteriormente l'attesa.

Dal momento dell'avvio dei lavori ci vorranno comunque 700 giorni naturali consecutivi, almeno due anni, per portare a termine la prima parte della bonifica. L'intervento prevede la realizzazione di strutture di contenimento delle sponde con micropali per procedere poi con lo scavo e l'asportazione di uno strato compreso tra 60 e 80 centimetri di terreno dal fondo delle rogge. Il materiale verrà poi conferito in discariche autorizzate a ricevere rifiuti speciali o avviato a impianti di recupero per l'eventuale sterilizzazione e riuso. Esclusa invece la realizzazione di una piattaforma per lo stoccaggio e il pre trattamento all'interno della Sloi, come si pensava all'inizio, per evitare i problemi che il trattamento di rifiuti pericolosi può potenzialmente riservare.

Concluso il primo lotto non saremo però neanche a metà dell'opera perché la seconda fase appare come la più impegnativa dovendo occuparsi del tratto tombinato delle rogge, fino all'Adigetto. Complessivamente il progetto prevede un costo di 33 milioni di euro, 19 dei quali a carico dello Stato che da più di un decennio ha inserito le rogge che scendono da Trento Nord tra i siti di interesse nazionale.

Il progetto esecutivo per la bonifica delle rogge in realtà è pronto da più di dieci anni e inizialmente la Provincia aveva delegato il Comune a gestire la fase dell'appalto e dei lavori. Poi però erano sorti dubbi sulle tecniche di intervento utilizzate, specie nella parte sotterranea, e si era deciso di effettuare approfondimenti e verifiche ulteriori, facendo slittare l'intervento di anno in anno.

La bonifica delle rogge è solo una parte del grande problema di Trento Nord, dove per decenni le due fabbriche ai due lati della ferrovia del Brennero, la Sloi a ovest e la Carbochimica a est, hanno sparso i loro veleni andando a inquinare il sottosuolo e le rogge che da lì scendono verso la città. La successiva bonifica dei terreni riguarda 240.000 metri cubi di materiale, pari a 400.000 tonnellate. Un'opera titanica di cui si discute da decenni ma che non ha ancora trovato soluzioni tecnicamente ed economicamente plausibili.

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