Minacce alla suocera: «Giuro che ti sfregio» L'uomo accusato di stalking e danneggiamenti

La fine di una relazione porta spesso con sé rancore e rabbia, soprattutto quando il partner non si rassegna alla fine di un amore. E non è purtroppo raro che l'ex - incapace di accettare un addio - se la prenda con quella che un tempo era l'amore di una vita. In questo caso, però, le tensioni e le pesantissime minacce rivolte alla ex moglie, avrebbero investito anche la suocera, bersaglio a sua volta di messaggi carichi di odio: «Giuro che ti sfregio». Un comportamento persecutorio e violento sfociato in un procedimento penale per stalking, violazione di domicilio e danneggiamento aggravato. Sul banco degli imputati è finito un trentenne trentino: l'uomo è a processo e ora spetterà al giudice valutare se si sia reso o meno responsabile delle condotte che gli vengono addebitate.

I fatti aprodati in tribunale risalgono al febbraio 2016 e sono successi a Trento. Le tensioni con l'ex suocera, che ha deciso di sporgere denuncia, si inseriscono nel quadro di una burrascosa fine del matrimonio. Una fine che, secondo quanto riferito dalla donna, sarebbe stata segnata dalle pesanti minacce rivolte alla figlia dall'ex marito. Si possono facilmente immaginare l'apprensione e i timori di una mamma, di fronte alle parole dell'uomo, che avrebbe più volte promesso alla figlia di ucciderla, tagliarle la gola e sfregiarla.

In un primo momento, proprio per tenere a bada la rabbia dell'ex consorte, la figlia avrebbe assecondato anche le sue richieste di denaro. Pagamenti ai quali avrebbe contribuito anche la suocera, decisa ad aiutare la figlia, pure di liberarsi di quell'uomo ossessivo e violento. Al punto da chiedere a sua volta del denaro in prestito. Nemmeno i soldi, però, sarebbero riusciti a riportare l'uomo a miti consigli. La voglia di vendetta e l'astio maturato sarebbero dunque degenerate, investendo anche i famigliari della ex moglie. A quel punto anche la figlia della parte offesa ha deciso di sporgere denuncia, temendo che potesse accaderle il peggio, visto che era stata a sua volta minacciata di morte. Ma quando l'uomo ha saputo della querela ed è stato chiamato in questura ha reagito nel peggiore dei modi. A questo punto si inserisce anche l'episodio per il quale è finito a processo.

In febbraio l'imputato si sarebbe presentato a casa della ex suocera, deciso a convincere la figlia, che vive con lei, a ritirare la denuncia. Carico di rabbia, dopo essersi intrufolato nell'area di pertinenza della casa, se la sarebbe presa anche con la cassetta delle lettere, distrutta con un calcio. Non pago, in quell'occasione il 30enne avrebbe rivolto pesanti minacce di morte anche alla ex suocera. Le due donne, di fronte a quella furia, secondo l'accusa si sarebbero dunque rinchiuse in casa, bloccando la porta di ingresso con un mobile.

Agli atti del processo ci sono anche altri messaggi al veleno, scritti alla ex suocera via whatsapp: «Giuro che ti sfregio, te la faccio pagare», le ha scritto, mostrando di non temere affatto le conseguenze dei suoi gesti: «Mi farò trent'anni di galera a testa alta». E poi ancora offese e la promessa di raggiungerla sul luogo di lavoro. Comportamenti che hanno generato nella vittima ansia e paura: da un lato c'era la preoccupazione per le sorti della figlia, che la madre voleva ovviamente difendere, dall'altra quella per la propria vita, visto l'odio mostrato dall'uomo nei suoi confronti.

Ora l'imputato dovrà rispondere di queste deliranti minacce davanti ad un giudice. La denuncia presentata dall'ex suocera è infatti sfociata in un procedimento per stalking, violazione di domicilio e danneggiamento aggravato per avere distrutto la cassetta delle lettere.

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