Provincia, se il lupo è pericoloso si chiede «licenza di uccidere»

«Informazione, prevenzione e assistenza: sono queste le "armi" che Provincia e allevatori possono mettere in campo per difendere l'agricoltura di montagna, in particolare l'allevamento di bovini, ovicaprini ed equini, dagli attacchi del lupo».

È quanto si legge in un comunicato della Provincia a seguito dell'incontro tra l'assessore Michele Dallapiccola, allevatori allevatori e malghesi della zona di Passo Vezzena.

È una certezza che il lupo sarà sempre più presente sul nostro territorio

«Nella certezza che il lupo sarà sempre più presente sul nostro territorio, considerando la velocità di riproduzione, e sapendo che è un animale protetto in tutta Europa, dobbiamo lavorare per arrivare ad una gestione di tale presenza e ad una convivenza sostenibile, contemperando le esigenze di tutela con la necessità di preservare le attività di allevamento in quota» ha detto Dallapiccola, che ha ricordato come la Provincia, presente al tavolo ministeriale che sta lavorando alla stesura del Piano nazionale per la gestione del lupo, ha già avanzato la richiesta di poter applicare al lupo quanto già è previsto per l'orso, vale a dire la possibilità di rimozione e abbattimento degli individui considerati «particolarmente dannosi».

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L'incontro, al quale sono intervenuti anche allevatori veneti, aveva principalmente lo scopo di portare «elementi informativi certi ad una categoria di operatori economici che vede con crescente preoccupazione le incursioni di branchi di lupi attirati dalle mandrie e dai greggi al pascolo. Claudio Groff del Servizio Foreste e fauna e l'ispettore forestale Paolo Zanghellini hanno fornito molte informazioni sull'etologia del lupo, le sue abitudini, le circostanze che hanno portato negli ultimi decenni il lupo a ricolonizzare spontaneamente (senza dunque esservi stato "importato" come qualcuno ancora erroneamente sostiene) porzioni sempre più ampie delle Alpi, le sue prede preferite, ma anche indicazioni utili agli allevatori per gestire con diverse modalità le attività di allevamento e di alpeggio».

Nel resto d'Italia, nelle zone dove il lupo è presente, la situazione è più grave che in Trentino stiamo collaborando con il ministro Galletti affinchè anche al lupo sia applicato lo stesso regime di deroghe previsto per l'orso

La Provincia ha attivato un Gruppo di reperibilità forestale e faunistica e sta intensificando le attività di monitoraggio e controllo nelle aree dove è stata segnalata la presenza e l'attività di branchi di lupi. «Ma è soprattutto sul piano della prevenzione, tramite l'allestimento di recinti in grado di difendere gli animali domestici dagli assalti dei lupi, come pure sul piano degli indennizzi dei danni che si può fare molto» scrive la Provincia.

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Lo scorso anno sono state presentate agli uffici provinciali 32 denunce di danno accompagnate da 30 richieste di indennizzo, a fronte delle quali sono stati erogati indennizzi per complessivi 34.000 euro

«Obiettivo delle misure di prevenzione - è stato affermato - è quello di ridurre i danni entro una soglia accettabile, che permetta agli allevatori di svolgere la propria attività serenamente».

«Nel resto d'Italia, nelle zone dove il lupo è presente, la situazione è più grave che in Trentino - ha detto l'assessore Dallapiccola - stiamo collaborando con il ministro Galletti affinchè anche al lupo sia applicato lo stesso regime di deroghe previsto per l'orso». 

 

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