Arriva il freddo, allarme senzatetto a Trento Le persone da aiutare sono 400, i letti solo 200

di Lorenzo Basso

A causa della crisi economica e della mancanza di lavoro, il numero dei senzatetto in provincia di Trento ha raggiunto livelli critici, e la carenza ormai strutturale di posti letto nei dormitori cittadini porterà decine di persone a trascorrere le notti della stagione fredda ormai alle porte all'addiaccio.

L'allarme è stato lanciato nel pomeriggio di ieri dai volontari dell'associazione Trentino solidale, in occasione di un convengo organizzato, presso la sala stampa di Palazzo Geremia, nell'ambito della settimana dell'accoglienza e dedicato proprio al problema di chi non può permettersi una dimora fissa.

Parlando di veri e propri cittadini invisibili, che spesso si trovano costretti a trascorrere buona parte dell'anno esposti alle intemperie, gli operatori della onlus locale, impegnata a vario titolo a sostegno dei bisognosi, hanno stimato la popolazione di senzatetto trentina in circa 400 persone, a fronte di un numero di posti letto a disposizione nei mesi più freddi dell'anno che, nel solo capoluogo, si aggira intorno alle 200 unità. In altre parole, all'incirca una persona su due trascorre parte dell'inverno cercando di sopravvivere all'aperto, in condizioni spesse volte drammatiche.

«Malgrado siano tanti - chiosa Bruno Santoni, che ha gestito lo scorso inverno la casa di accoglienza «Papa Francesco» di Trento, sorta tre anni fa per rispondere all'emergenza rappresentata dal freddo - ci stiamo dimenticando sempre di più dei senzatetto, che in Italia arrivano addirittura ad essere più di 50mila (molti dei quali sono profughi). Solo nel nostro dormitorio, nel corso del 2015 abbiamo ospitato 130 persone, in larga parte stranieri provenienti da ogni angolo del Mondo. Gli italiani, erano pochi, meno del 10 per cento del totale, mentre il numero di trentini era inferiore a cinque».

All'interno della casa, portata avanti unicamente da una quindicina di assidui volontari di Trentino solidale, trovano accoglienza, da dicembre a maggio, 25 persone a notte, per un tempo non superiore ai due mesi. Altri 24 posti sono assicurati da «Casa Maurizio», dormitorio maschile, e da «Casa Paola», dove vi sono 14 letti riservati alle donne. Si tratta di esperienze nate recentemente, in risposta ad un bisogno concreto: assicurare un rifugio sicuro a chi non può permettersi un'abitazione.

«Un paio di anni fa - precisa Pino Palatucci, responsabile, sempre a titolo di volontariato, delle due strutture - abbiamo dato accoglienza a 94 persone in una sola notte, cercando di sistemarle dove era possibile per non lasciarle esposte al gelo. Nell'arco del solo primo anno di attività, sono stati registrati oltre 22mila pernottamenti complessivi. L'insufficienza delle strutture a disposizione è evidente».

Oltre alla carenza di spazi, nel corso dell'incontro di ieri, sono stati evidenziati anche difficoltà nel garantire un percorso di sostegno sociale alle persone senza fissa dimore, nonché alla mancanza di volontari propriamente detti. «Persone volenterose - ha concluso Palatucci - ce ne sono, ma sono perlopiù prive di un'occupazione, e il volontariato non può diventare un'occasione di sfruttamento per chi non ha un impiego».

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