Trento, ex mensa del Santa Chiara e dintorni In arrivo 18 milioni per la riqualificazione urbana

Via libera della giunta comunale, nella seduta di ieri, al progetto di riqualificazione urbana e sicurezza della città di Trento.

Vuol dire che sul comparto compreso tra via Piave, via S. Giovanni Bosco e via S. Croce potrebbero «piovere» 18 milioni di euro da Roma: tante sono le risorse pubbliche, cui si affiancano quelle private, per la riqualificazione del comparto.

Nove sono i soggetti che hanno manifestato, entro i termini (8 agosto), interesse a partecipare al bando: Trentino Social Tank, la coop sociale @altrimondi, Non profit network - CSV Trentino, Diabetes Lb srls, Comitato Caalocs, l'Associazione Cisv Trento, The Impact Hub Trentino - Südtirol S.C., U-Hopper srl e Habitat spa del gruppo Tosolini.
U-Hopper ammessa.
L'unica ad essere ammessa a finanziamento è stata la startup U-Hopper. Non significa che gli altri soggetti sono fuori gioco, spiegano in municipio. Alcuni sì, ma solo per ora, in quanto si sono candidati per la gestione dell'ex mensa Santa Chiara, fase successiva alla realizzazione degli interventi previsti dal bando: potranno quindi entrare in gioco in un secondo momento. Altri, è il caso della Habitat, partecipano ma senza chiedere finanziamento alcuno.

Non solo interventi hard.
Il Comune di Trento ha deciso in tempi rapidi, e ciò ha suscitato malumori, perché la fase del coinvolgimento di altri soggetti è stata particolarmente ristretta, perché il bando del decreto del presidente del consiglio dei ministri è del 25 maggio, pubblicato in Gazzetta ufficiale l'1 giugno.

Il Comune dovrà ora trasmettere a Roma la documentazione di progetto entro lunedì 29 agosto. Gli interventi di maggior peso sono quelli strutturali: la ristrutturazione dell'ex casa di riposo di via S.Giovanni Bosco e dell'ex mensa universitaria S. Chiara (assieme, valgono 15 dei 18 milioni in ballo).

Ma non sono previsti solo interventi «hard». Uno è relativo allo «sviluppo di nuovi sistemi e soluzioni per la sicurezza urbana in ambito "Smart City"».

Ed è su questo fronte che U-Hopper s'è messa in gioco.

Più sicurezza via smartphone.
U-Hopper è una startup «figlia» di Create-Net, cioè della ricerca sviluppata a Povo. Da lì vengono i ricercatori soci di U-Hopper: Diego Taglioni (presidente), Iacopo Carreras (amministratore delegato) e Daniele Miorandi . Una piccola quota è in capo anche ad Andrei Tamilin . Operativa dal 2012 in via Antonio da Trento, con una decina di addetti, U-Hopper ha sviluppato un prodotto, per il quale ha ottenuto riconoscimenti internazionali, che permette di capire, attraverso dei sensori collocati sui carrelli della spesa, come le persone si muovono in un supermercato, quali sono i percorsi preferiti e la durata della spesa. Il business di U-Hopper è il trattamento di grandi mole di dati e la profilazione degli utenti.

Spiega Daniele Miorandi, responsabile del progetto ammesso a finanziamento dal Comune: «I nostri clienti sono soprattutto in Germania e Stati Uniti. In Trentino, il nostro sistema è operativo nel supermercato Sait di Ravina».

Nel comparto oggetto di riqualificazione, U-Hopper ha progettato la installazione di 24 beacons , dei «radiofari», cioè dei localizzatori. «Abbiamo richiesto 86 mila euro, e 32 mila ce li mettiamo noi» spiega Miorandi «la piattaforma prevede, da un lato, che il cittadino possa inviare segnalazioni (testi, foto, video di degrado, di spaccio, altro) ad un numero di WhatsApp: un software riceverà l'informazione e la elaborerà, 24 ore su 24, sette giorni su sette; dall'altro, l'invio di una notifica sullo smartphone della persona che passa vicino ad uno dei beacons : gli sarà chiesta dall'amministrazione comunale la disponibilità a rispondere e a compilare eventualmente un questionario in cui esprimere un parere sulla percezione della sicurezza e idee per migliorare e riqualificare l'area. Per noi è un progetto pilota per far partecipare i cittadini: se funziona, potrà essere applicato anche in altri quartieri e in altre città».


Sono sette gli ambiti previsti dal progetto di riqualificazione urbana del comparto attorno al parco Santa Chiara (nella foto) , finalizzata a migliorare il decoro urbano, al riuso di aree ed edifici, all'accrescimento della sicurezza, della resilienza urbana, del coinvolgimento dei cittadini e dell'inclusione sociale.

In tutto 18 milioni di euro: 12,5 per la nuova sede degli uffici comunali con la ristrutturazione dell'ex casa di riposo di via S. Giovanni Bosco; 2,5 per il restauro e riuso dell'ex mensa Santa Chiara in via Piave, per ricavarne un centro giovani, l'urban center e la sede gli ordini (architetti e degli ingegneri); 1 per il centro diurno anziani, un'unità di co-housing e l'asilo nido dell'Azienda Civica Trento; 400 mila per il restauro della chiesetta del Redentore; 1,4 milioni riqualificare gli spazi aperti; 250 mila per nuovi sistemi e soluzioni per la sicurezza urbana in ambito «Smart City» (è la proposta di U-Hopper, ndr); 50 mila per attività di promozione e formazione sui tempi della resilienza urbana.

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