I ladri devastano la villa di Malossini

di Leonardo Pontalti

Ladri in azione, nel tardo pomeriggio di domenica, nell'abitazione di Mario Malossini, al Casteller, mentre lui e la moglie erano al palazzetto. «Mi hanno rivoltato la casa come un calzino», ha commentato amaramente l'ex presidente della Provincia e della Commissione dei Dodici. Un'azione devastante, quella dei topi d'appartamento, entrati in azione mentre Malossini e la moglie Nella si trovavano al PalaTrento, per seguire la partita di pallavolo tra Diatec Trentino e Padova: «Hanno cercato beni di valore ovunque. Alla fine si sono impossessati di orologi e bracciali che tenevamo in una scatola e non molto altro, qualche maglione che era conservato negli armadi delle camere dei figli, che conservavamo anche se ormai da tempo non vivono più a casa nostra. Ma più che ciò che hanno preso, il grosso del danno lo hanno causato cercando: hanno devastato tutto: mensole staccate, armadi sventrati. Non hanno risparmiato niente in casa».

Del devastante raid, i padroni di casa si sono accorti poco dopo le 20, quando sono rientrati dopo aver assistito alla vittoria dei ragazzi di Stoytchev. La soddisfazione per il buon esordio stagionale in casa della formazione di patron Mosna, ha subito lasciato il posto allo sconcerto. «Abbiamo visto dall'auto, illuminato dai fari, un vaso in rame in mezzo al giardino - racconta ancora Malossini - vicino ad una delle finestre. Subito ci siamo chiesti cosa ci facesse là. Ci siamo detti che lo avremmo dimenticato curando il giardino. Poi, abbiamo visto la finestra di una delle camere aperta. Ed abbiamo intuito cosa potesse essere successo: era stata forzata con un piede di porco. Ma mai avremmo pensato una volta in casa di poterci trovare davanti ad un simile macello. Soprammobili, foto, quadri, suppellettili, cassetti, ante: era stato tutto scostato, aperto, rotto, scagliato lontano alla rinfusa, per cercare beni di valore. In ogni stanza, non ne è stata risparmiata una».

Alla fine all'appello mancano gli orologi, dal consistente valore, alcuni monili «e qualche decina di euro che mia moglie aveva nel portafoglio, che aveva lasciato a casa. Tutto il resto, lasciato lì. Quadri, computer, carte di credito. Cercavano beni facilmente spendibili, evidentemente. Ma quello che inquieta è la sensazione di sentirsi tenuti d'occhio. Chi ha agito aveva preparato tutto nei dettagli, impossibile altrimenti sapere che io e Nella ci saremmo allontanati poco prima delle 18. I malviventi erano evidentemente appostati da tempo nei paraggi. E forse sapevano anche della nostra passione per la pallavolo».

Ieri mattina, il sopralluogo degli agenti della scientifica della polizia, che hanno individuato anche il punto da dove i ladri si sono introdotti nell'ampio giardino di casa Malossini: è stato trovato un varco nelle recinzioni a monte dell'abitazione dove Mario Malossini e la moglie vivono dal 1989. «Senza mai aver subito un furto. Ed ora che ci è toccato, possiamo comprendere quanto siano gravi e violente intrusioni di questo tipo. Lasciano un segno profondo, al di là dei danni materiali», chiosa amaramente Malossini.

Ora le speranze di poter acquisire elementi utili alle indagini sono affidate alle immagini delle telecamere della villa e delle altre residenze presenti in zona: il sistema d'allarme interno di casa Malossini, domenica purtroppo non era attivato.

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