Rubò due giacconi al pronto soccorso, poi restituì chiavi e documenti

Rubò due giacconi a pazienti del pronto soccorso, ma restituì chiavi e documenti

Non possiamo parlare di ladro gentiluomo perché chi ruba nella sala d'aspetto di un pronto soccorso gentiluomo non lo è di certo. Era comunque un ladro sensibile ai disagi arrecati alle sue vittime quello che, dopo essersi appropriato di due giacconi, ha poi restituito ai proprietari degli indumenti le chiavi di casa e i documenti che avevano in tasca. La curiosa vicenda, approdata ieri in Tribunale, è accaduta al pronto soccorso dell'ospedale Santa Chiara il 19 febbraio scorso. 

Un 57enne di Trento sporgeva denuncia perché erano spariti dalla sala d'aspetto due giacconi, il suo e quello della figlia. Intorno alle 6 e 30 l'uomo aveva accompagnato la figlia per un intervento sanitario non grave, era infatti un «codice verde». Si era quindi assentato per pochi minuti e al ritorno, - possiamo immaginare il suo sconcerto - dei giacconi lasciati su una sedia non c'era traccia. Inizialmente aveva pensato che fossero stati spostati, ma ben presto si è scoperto che gli abiti pesanti - indispensabili di primo mattino nel pieno dell'inverno - erano stati rubati. La conferma è arrivata da una donna, anche lei in attesa di essere visitata, che aveva notato un signore sui 40-45 anni di età che si alzava, raccoglieva i due giacconi e si allontanava dicendo che si era stufato di aspettare.

Sono stati gli uomini della Polizia anticrimine, presente con una sezione in ospedale, a chiarire l'accaduto. Visionando le immagini delle telecamere di sicurezza hanno avuto conferma che un uomo di mezza età lasciava la sala d'attesa dopo aver agguantato i due giacconi. I poliziotti notavano che il soggetto - evidentemente non un genio del crimine - indossava il braccialetto in uso ai pazienti del pronto soccorso. E così, scorrendo la lista degli accessi, si scopriva che il ladro poteva essere S. P., 41enne residente a Lavis, ma in realtà senza fissa dimora. Un uomo con qualche piccolo precedente, ma anche dotato di una certa sensibilità. Quella stessa mattina, infatti, uno sconosciuto si presentava al bar attiguo al ristorante gestito da chi aveva subito il furto per restituire due mazzi di chiavi, una carta d'identità e il tesserino del codice fiscale che si trovavano nelle tasche di una delle giacche rubate.

Tutto ciò, ovviamente, non è bastato ad evitare una condanna: il ladro "sensibile", difeso d'ufficio dall'avvocato Paola Lucin (che mai lo ha incontrato) è stato condannato a 6 mesi di reclusione.

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