Raccordo Valdastico a Trento sud: il Comune frena

Italo Gilmozzi: «Nessuno ha ritenuto di interpellarci»

di Marica Viganò

«Una decisione sulla Valdastico prima o poi la si dovrà pur prendere, ma stavolta si è partiti con il piede sbagliato». Tra l'ipotesi di una nuova bretella con sbocco a Trento sud e il possibile spostamento ad ovest dell'asse autostradale, all'assessore comunale ai lavori pubblici e viabilità Italo Gilmozzi è venuto il mal di pancia: il progetto del tracciato con sbocco nel capoluogo l'ha appreso dall'Adige.

«Sarebbe stato opportuno che l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi ne parlasse prima con la giunta comunale - evidenzia - Non entro nel merito del progetto proprio perché non ne sappiamo nulla. Dico solo che si è scelto un metodo che non porterà ad un confronto sereno».

La bretella di collegamento alla Valdastico da Pian dei Pradi a Levico, con lo sbocco a Trento sud, comporterebbe una modifica sostanziale alla viabilità della città a partire da un nuovo disegno dell'A22 nel tratto compreso fra i caselli di Trento sud e Trento nord, con l'utilizzo dell'attuale percorso «cittadino» dell'Autobrennero come circonvallazione. Un intervento incisivo per la rete viaria del capoluogo, davanti al quale tuttavia il Comune non si mette di traverso.

«Almeno non prima di aver visto il progetto - evidenzia Italo Gilmozzi - Quando avremo le carte, sarà possibile un confronto con tecnici ed ingegneri. Al momento non possiamo dire nulla. Critici invece lo siamo sul metodo di comunicazione fra Provincia e Comune, che del nuovo progetto della Valdastico non sapeva nulla».

Rimangono in attesa di precisazioni sulla fattibilità del progetto gli abitanti dell'area sud della città. «Ne parleremo non appena verrà nominato il presidente della commissione urbanistica» evidenzia la presidente della circoscrizione Ravina-Romagnano Maria Camilla Giuliani . «È un progetto di importanza sovraregionale e credo che obiettivamente il nostro parere non abbia tanto significato» sostiene Michele Ravagni , presidente della circoscrizione di Mattarello, aggiungendo che «senza aver visto il progetto è difficile parlare».

Non è contrario a priori Rino Sbob, che nella scorsa legislatura è stato presidente della commissione viabilità e traffico per la circoscrizione di Mattarello. «Le opere pubbliche è giusto farle, ma quando si tratta di opere utili, necessarie se viste in prospettiva - spiega - A caldo direi che è bene darsi una calmata prima di ipotizzare un'altra variante, lo spostamento dell'autostrada e il tunnel».

«Certo, per raggiungere il mare con la Valdastico si farebbe prima» è la battuta di Franco Tessadri, residente a Mattarello, ambientalista convinto, dirigente nazionale di Mountain Wilderness e autista di professione. Con il comitato «Noi amici del trasporto pubblico» si è fatto promotore di un disegno di legge di iniziativa popolare per la mobilità sostenibile: con le 4mila firme raccolte il progetto è stato presentato in Terza commissione provinciale. «Se si crede in un sistema di trasporto pubblico e razionalizzato non c'è bisogno di nuove strade - spiega - La Provincia, inoltre, sembra contraddirsi: in più tavoli di confronto era stato detto che non c'era necessità di prolungare la Valdastico. Evidentemente ora ci sono forti pressioni».

Sì alla Valdastico, indipendentemente dal tracciato che si sceglierà da parte del sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer, che non ha dubbi: il nuovo collegamento significherebbe un calo sensibile di mezzi in transito lungo la Valsugana e la possibilità di interventi puntuali sulla statale 47 nel tratto che costeggia il lago di Caldonazzo. «Lo diciamo da due anni: è la soluzione per eliminare il traffico da Pergine ed evitare il tunnel di Tenna, che è molto costoso», afferma.

«Se si rinuncia al tunnel, il denaro risparmiato potrebbe essere utilizzato per sistemare la 47 con piccole gallerie, in modo da allontanare la statale dalla riva del lago». Il sostegno alla Valdastico è determinato da un mero calcolo economico o è stata fatta una valutazione anche dal punto di vista ambientale?

«Abbiamo analizzato l’impatto ambientale, perché comunque le risorse erano della Provincia e non nostre. Tra l’altro alcuni interventi sulla 47 possono essere fatti in svariati anni, in lotti successivi, appettibili anche ad imprese trentine. È comunque evidente che con la Valdastico, che noi riteniamo essenziale, il traffico proveniente dal Veneto attraverso la Valsugana calerebbe drasticamente».

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