Ugo Rossi: la Valdastico ha senso in un riordino generale

di Luisa Maria Patruno

«Se la parola Valdastico non ha più il significato di una riga sul nostro territorio che esce a Besenello, ma è un modo complessivo di affrontare il tema delle interconnessioni con il Veneto, allora si può cambiare prospettiva e questa è una grande novità. Noi siamo gente, infatti, abituata a valutare nel concreto».

Il governatore Ugo Rossi, confermando quanto detto all’Adige dall’assessore ai lavori pubblici, Mauro Gilmozzi, spiega così il significato della disponibilità espressa dalla Provincia anche ad accettare che venga realizzata la Valdastico, nel caso vengano accolte alcune condizioni che la rendano un’autostrada utile anche al Trentino.

E Rossi prevede che nel giro di pochi mesi dall’avvia del procedimento di intesa si possa concludere la trattativa e capire come andrà a finire, visto che c’è la pressione dei termini per la proroga al 2026 della concessione dell’A4, che è legata all’approvazione del progetto della Valdastico nord.

«La Valdastico, nella nostra prospettiva, - continua Rossi - può agire su flussi di traffico locali e li va a risolvere intercettandoli. Ci consente di evitare di fare ulteriori opere in Trentino, come il tunnel di Tenna, e di evitare che arrivi ulteriore traffico nella Bassa Valsugana, visto che noi diciamo no alla superstrada a pagamento in progetto in Veneto. Per questo dico che è qualcosa di più di un’autostrada e non la chiamo più Valdastico. È il cambio di prospettiva che deve essere garantito. Vediamo se dentro questo procedimento dell’intesa questo cambio di prospettiva si realizza. Non ne abbiamo oggi la certezza perché siamo all’inizio».

Il presidente Rossi conferma che la Provincia non ha un diritto di veto, quindi non può impedire la realizzazione dell’opera, ma le norme di attuazione prevedono una preventiva «intesa» tra Stato e Provincia, un procedimento nel quale il Trentino ha la possibilità di presentare tutte le sue osservazioni, richieste di modifica, condizioni o motivi di contrarietà al progetto.

Il vicepresidente Alessandro Olivi sull’Adige aveva sollecitato Rossi a chiarire fin dall’inizio del procedimento che se non si troverà l’intesa allora la Valdastico non si potrà fare, altrimenti sarebbe una presa in giro nel caso comunque Stato e Veneto potessero andare avanti.

«Il diritto di veto senza sindacato di merito - sostiene Rossi - non esiste. Noi possiamo sempre dire di no alla fine del procedimento per l’intesa nel quale lo Stato presenterà le sue giustificazioni per l’opera e se riteniamo che la decisione che poi lo Stato dovesse prendere andasse oltre le nostre prerogative allora potremmo impugnare la decisione davanti alla Corte costituzionale.

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