Dai farmaci alla copertura assicurativa Le controproposte dei medici per risparmiare

di Patrizia Todesco

Scelte più oculate in materia di farmaci, revisioni organizzative, valutazione sull’opportunità di effettuare ancora alcuni accreditamenti, bilancio separato per la protonterapia e nuovi protocolli per prescrizioni diagnostiche. Sono queste alcune delle quindici proposte che i sindacati della dirigenza medica hanno presentato al direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor e al dirigente provinciale Silvio Fedrigotti che ieri rappresentava al tavolo la assessora Donata Borgonovo Re. 

Dopo aver chiesto dei numeri sull’organizzazione aziendale, dopo ore e ore di lavoro e incontri, i rappresentanti sindacali hanno portato il loro contributo per riuscire a risparmiare quei milioni di euro che inizialmente la Provincia voleva riuscire a ottenere dal taglio del 40% della parte variabile degli stipendi dei medici.

Capitolo importante della proposta riguarda i farmaci. Nello specifico è stato proposto un utilizzo ottimizzato dei farmaci per la cura delle maculopatie e anche un utilizzo di farmaci biosimilari che hanno perso brevetto e dunque con la stessa efficicia ma con costi diversi. Toccato poi l’importante capitolo della distribuzione degli stessi. «In totale - secondo i rappresentanti sindacali - con un nuovo modello si dovrebbe arrivare a risparmiare dai 700 agli 800 mila euro all’anno». 

Altro capitolo importante della proposta iguarda una nuova valutazione degli accreditamenti dell’Azienda sanitaria. Primo fra tutti quello della Joint Commission, la società americana che si occupa dell’accreditamento. «Questo lavoro ha sicuramente portato dei vantaggi - ammettono i sindacati - ma ora bisogna valutare se vale la pena proseguire tenendo anche conto che si tratta di un accreditamento volontario e non previsto legge. Noi non diciamo di eliminarlo, ma di fermarsi e vedere se vale la pensa insistere».

Altre proposte sono strettamente legate alla politica sanitaria e in particolare a due questioni particolarmente spinose: il Centro di protonterapia e la struttura di Mezzolombardo. Soprattutto per la Protonterapia il discorso è molto legato ai costi. I sindacati hanno ottenuto i numeri per capire quanto sarà il reale impatto sul bilancio aziendale soprattutto dal 2017 quando la struttura sarà interamente a carico dell’Azienda sanitaria. «La nostra richiesta è che questo finanziamento di politica sanitaria venga estrapolato dal  bilancio dell’Azienda e ci sia un finanziamento ad hoc che non pesi dunque sulle altre normali attività».

Per i sindacati è poi giunta l’ora di una revisione legge 16 del 2010 e su questo hanno dato la loro disponibilità ad essere parti attivi nella riorganizzazine.

Infine un nodo cruciale per il mondo medico e il modo stesso di fare medicina: i costi della copertura assicurativa. L’attuale sistema prevede una franchigia di 500 mila euro che viene pagata dall’Azienda e poi l’eventuale intervento dell’Assicurazione per cifre più alto in caso di malpratice. L’indicazione è che a fine anno venga revisionata la modalità e se possibile modificata la franchigia. 

«È evidente che siamo stati chiamati a fare un lavoro da tecnici pur essendo dei clinici - ammettono i sindacalisti - . È stato un lavoro duro e faticoso. Questo è stato un tavolo del tutto anomalo, anche se conseguenza di scelte condivise a dicembre dove eravamo a rischio rottura con l’assessorato. Visto che l’impegno che avevamo preso era quello di essere propositivi abbiamo cercato di esserlo con i mezzi e gli strumenti a nostra disposizione. Ora spetta a loro valutare. A metà aprile ci rincontreremo e poi chiuderà il tavolo e se ne aprirà un altro in base in base all’articolo 5 contratto». Nessun accenno al Polo di neuroscienze di Rovereto proposto da Flor nel precedente incontro e nemmeno sulla riorganizzazione dei punti nascita.

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