Biblioteche, arriva la tassa sul prestito

Prendere un libro in biblioteca non sarà più a costo zero, non quando si tratta di prestito da biblioteca a biblioteca. La spesa viene considerata insostentibile dalla Provincia: 150 mila euro all'anno. Questa la proiezione di spesa. Si è di fronte ad un «buco» che Piazza Dante vuole coprire. E i soldi non verrebbero dalle casse pubbliche, ma dagli utenti. In realtà il passaggio sarebbe doppio: prima il denaro verrebbe anticipato dai Comuni, poi questi dovrebbero girare la spesa in capo agli utenti. Questo almeno il progetto

di Andrea Tomasi

Prendere un libro in biblioteca non sarà più a costo zero, non quando si tratta di prestito da biblioteca a biblioteca. La spesa viene considerata insostentibile dalla Provincia: 150 mila euro all'anno. Questa la proiezione di spesa. Si è di fronte ad un «buco» che Piazza Dante vuole coprire. E i soldi non verrebbero dalle casse pubbliche, ma dagli utenti. In realtà il passaggio sarebbe doppio: prima il denaro verrebbe anticipato dai Comuni, poi questi dovrebbero girare la spesa in capo agli utenti. Questo almeno il progetto. Dalla Provincia - dove un gruppo di lavoro è dedicato agli sviluppi del Sistema bibliotecario trentino - si fa sapere che la tassazione potrebbe essere «simbolica». Si parla del costo di un euro o poco più. Il ragionamento è abbastanza elementare: siccome il trasferimento di libri da una biblioteca all'altra ha un «peso economico», non si può pretendere che i soldi ce li metta la Provincia. Tempi di vacche magre e si stringono i cordoni della borsa. In questi anni i costi sarebbero lievitati. Difficile ora capire se la tassazione verrà introdotta prima o dopo l'autunno (in ottobre, ricordiamo, si tengono le elezioni provinciali). Insomma se, poniamo, si abita in un comune dell'alta Val di Non e si vuole prendere in prestito l'ultimo romanzo di Grisham, Hornby o della  E.L.James ci dobbiamo rivolgere alla biblioteca locale. Questa però non ha a disposizione tutti i titoli. Quindi la bibliotecaria o il bibliotecario in servizio, attraverso la rete provinciale, fa arrivare il volume da Trento o da una qualsiasi altra sede che ne abbia disponibilità. Finora tutto è stato rigorosamente gratuito
Ora però c'è la spending review alla trentina e si ipotizzano formule alternative. Si tratterebbe di una sorta di ticket sul prestito interbibliotecario. In Provincia, a Trento, la questione viene seguita da Daniela Dalla Valle (Servizio attività culturali - Ufficio per il sistema bibliotecario trentino). Spiega che ogni mese, per il prestito interbibliotecario, si spendono 17 mila euro: «Penso che si tratti di un servizio importante, soprattutto per quelle realtà periferiche, dove magari non ci sono grandi occasioni di accrescimento personale, perché - con tutto il rispetto dovuto - magari nella piazza del paese si trova solo il bar con il gioco delle freccette e le slot machine». Inevitabile, a questo punto, fare una domanda: ma la Provincia autonoma - dove si sono stati spesi milioni di euro in varie opere e vari servizi - non può sborsare i famosi 150 mila euro a copertura della spesa? «Su questo rimando alla parte politica. Come tecnico non spetta a me commentare». Per il prestito interbibliotecario si utilizzano risorse (circa 100 mila euro) provenienti dal Fondo di riserva. La nuova «tassa sulla lettura» non è ancora stata approvata ma già fa discutere. I promotori fanno notare che non sarebbe il primo servizio pubblico a tariffa che viene fornito alla comunità trentina. L'esempio è quello di alcune prestazioni sanitarie. Insomma anche la lettura non sarà esentasse. I tecnici di un sottogruppo dedicato al Sistema bibliotecario sono al lavoro per trovare una soluzione accettabile (se ne parla da ottobre). Quella del ticket pare quella più gettonata.
In Provincia assicurano invece che è definitivamente sfumata l'ipotesi della tessera del Cbt a pagamento. L'ipotesi era stata presa in considerazione negli scorsi mesi (e in verità se ne è discusso anche negli scorsi giorni). Si era valutata una spesa di 10 euro a tessera. Non solo. Si era ragionato anche sul possibile trasferimento delle biblioteche sotto il controllo delle Comunità di valle: altra novità del post riforma istituzionale.

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