I furbetti del fotovoltaico: truffa sventata, almeno in due casi!

I furbetti del fotovoltaico: truffa sventata, almeno in due casi!

di Eliseo Antonini

Mi hanno segnalato che una ditta trentina che faceva, o ancora fa, impianti fotovoltaici in Trentino ha chiesto soldi ad almeno due famiglie trentine per «adeguare» il loro impianto fotovoltaico rispetto alla delibera n.84/2012/R/eel emessa dell’ Autorità per l’Energia, il Gas e il Sistema Idrico.

La cosa si è subito rilevata sospetta per l’insistenza con cui i soggetti chiedevano di poter fare l’intervento e poter così incassare i denari.  È bastato, per fortuna, una sola telefonata al GSE per capire che si trattava di una vera e propria truffa e che l’impianto non ha subito alcuna sospensione. Piena operatività.

La delibera AEEG è del 2012 (8 marzo del 2012) e riguarda impianto connessi alla rete in media tensione (MT) e in alta tensione (AT) e con potenza di picco superiore ai 6 kWp. Lo scopo evitare criticità alla rete per l’estate del 2012. Lo svantaggio di tali delibere, spesso lunghe da leggere e assai astruse sia nel linguaggio sia nei contenuti per i non addetti ai lavori, è che lasciano spazio ad operazioni di truffatori e malintenzionati.

L’azienda truffaldina ha inviato alle famiglie una e-mail che era arrivata alla loro casella di posta aziendale. E-mail che sembrava proprio provenire dal GSE. Il contenuto della lettera diceva che il GSE, causa mancato adeguamento alla suddetta delibera ha «provveduto a sospendere l’efficacia della convenzione di scambio sul posto del Vostro impianto identificato con il numero di pratica …».

La lettera poi prosegue con: «Per ulteriori informazioni contattare il vostro referente tecnico per il GSE» e seguito da cognome e nome e numero di cellulare.
Si badi bene che il GSE, come chiesto esplicitamente nella telefonata chiarificatoria, non ha referenti tecnici o procacciatori di affari di questa natura sul territorio nazionale.

La e-mail della ditta inviata alle due famiglie coinvolte inoltre aveva una seconda pagina in cui compare la schermata del portale GSE che contiene l’anagrafica dell’impianto fotovoltaico delle due famiglie in cui, in una finestra appare in rosso e ben evidenziato che l’impianto è «BLOCCATO». Essi quindi, avendo le credenziali per accedere all’anagrafica dell’impianto, hanno modificato anche lo stato della convenzione per rendere più «credibile» il loro operare truffaldino. Mai lasciare quindi alle aziende che hanno fatto l’impianto fotovoltaico le credenziali per accedere all’anagrafica, se non in caso di assoluta fiducia.

La truffa sarebbe costata alle due famiglie 500-600 ciascuna ed era possibile anche il pagamento in nero per risparmiare qualcosa. Sintomo ulteriore della tentata truffa.

Infine, questa stessa aziende, ha effettuato già un paio di anni fa presso questa stesse due famiglie una simile operazione di sblocco e adeguamento in cambio di denaro. Gli accertamenti sono in corso per capire se trattasi anche questa di truffa, questa volta andata a segno, ma che adesso potrebbe essere riparata alla luce dei nuovi fatti. Frattanto, recandosi di persona all’indirizzo della ditta, essa non esiste già più, non è rintracciabile e questa la dice lunga sulla sua serietà. Quale sia il loro raggio si azione in Trentino non posso dirlo.

Ma si faccia attenzione a chi chiede soldi in nome e per conto del GSE. Prendere tempo e fare accertamenti presso il GSE e segnalare subito le anomalie all’Autorità giudiziaria.

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