Parole sinistre, parole ministre

"La parola è l'ombra dell'azione". Lo diceva Democrito, filosofo greco che 2.400 anni fa aveva già intuito che l'universo era fatto di atomi. Nunzia De Girolamo però ha tutt'altra idea, del peso e valore delle parole...

di Giorgia_Cardini

"La parola è l'ombra dell'azione". Lo diceva Democrito, filosofo greco che 2.400 anni fa aveva già intuito che l'universo era fatto di atomi.

Ora suderebbe un bel po', questo presocratico, a spiegare alla signora equicomandoio Nunzia De Girolamo che di fronte a frasi come "mandagli i controlli e vaffanculo, 'sti stronzi, 'sti stronzi" è un po' difficile difendersi dicendo "Stavo a casa mia, potrò parlare come mi pare a casa mia, sì o no?".

Soprattutto se di mezzo ci sono parole che suonano tanto come minacce. Parole sinistre, per le quali pare più che logico, anzi dovuto, che Nunzia si dimetta, anche se non è indagata.

Come più che logiche, anzi dovute (ma la vicenda non è del tutto chiusa e le voci di un imminente rimpasto di governo potrebbero riaprirla), sarebbero state le dimissioni di Anna Maria Cancellieri per quella frase "A sua disposizione", intercettata nella vicenda relativa alla scarcerazione di Giulia Ligresti.

Perché le parole sono non solo l'ombra dell'azione, ma anche l'ombra delle persone: si è anche per ciò che si dice. Sicché, se i ministri e le ministre non hanno ancora capito che quanto dicono rispecchia ciò che sono e quel che fanno, e che rivestendo una carica istituzionale devono fare un uso accorto di ogni sillaba, be', meglio che si dedichino ad altro.

Magari a rifinire la teoria del "punto, punto e virgola, due punti" che dobbiamo all'immenso principe (lui sì, un signore...) Antonio de Curtis, in arte Totò.

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