La manovra/Governo

Pensioni, si cambia: torna quota 103 ma con tagli

Salta «quota 104», ma l’assegno sarà calcolato con il metodo contributivo. Affitti brevi, la cedolare secca resta al 26%. Testo atteso in Senato da lunedì

ROMA. Salta Quota 104 e si torna a 103, ma con il contributivo e con un tetto all'assegno. Niente più accesso diretto del fisco ai conti correnti per i pignoramenti. Cambia l'indicizzazione delle pensioni, così come l'adeguamento per i dipendenti di enti locali e della sanità, mentre le tredicesime non avranno il taglio del cuneo. Trascorsi 11 giorni dall'approvazione in consiglio dei ministri, si attende ancora il testo definitivo della manovra. Il governo assicura che ci siamo e si lavora perché arrivi in tempi rapidi, ma ormai - considerando il fine settimana - si potrebbe arrivare a lunedì o martedì.

Le novità che prendono forma cambiano molte delle misure finora annunciate. A partire dalle pensioni, la carta su cui il governo scommette per superare l'esame delle agenzie di rating che prosegue oggi con il giudizio della canadese Dbrs. E così Quota 104, la stretta spuntata a sorpresa durante la conferenza stampa dopo il cdm e messa nero su bianco nei comunicati di Palazzo Chigi e del Mef, sparisce nelle ultime versioni della manovra, sotto i colpi del pressing leghista. La misura lascia il posto al ritorno di Quota 103, anche se con delle limitazioni. L'accesso al pensionamento con 62 anni d'età e 41 di contributi resterà in vigore anche nel 2024, ma l'assegno sarà ricalcolato con il metodo contributivo e con un tetto massimo mensile pari a quattro volte il minimo, circa 2.250 euro. L'uscita varia inoltre tra dipendenti privati e pubblici: le finestre sono di 7 e 9 mesi secondo le ultime stesure, 6 e 9 secondo l'intesa che sarebbe stata raggiunta nella maggioranza.

Per compensare questo intervento viene modificata anche l'indicizzazione delle pensioni, con una retromarcia sugli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.250 e 2.800 euro), per le quali l'adeguamento torna all'85% rispetto al 90% annunciato in un primo tempo. Torna anche, sparito nelle ultime versioni, l'anticipo al 2025 dell'adeguamento alla speranza di vita, che sarebbe dovuto scattare dal 2027. Mentre per sanitari, maestri, dipendenti degli enti locali e ufficiali giudiziari che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995 gli adeguamenti della quota retributiva saranno più bassi.


Conti correnti

Dopo l'intervento della premier Giorgia Meloni sparisce la norma sul prelievo dai conti correnti. La possibilità per il fisco di verificare direttamente le disponibilità prima di procedere col pignoramento, si trasforma in generiche "modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici" per acquisire i "tutte le informazioni", prima di procedere al recupero coattivo.

Cedolare secca

Nelle ultime stesure non cambia invece la norma sugli affitti brevi, con la cedolare secca che passerebbe quindi dal 21% al 26%. Una partita, questa, particolarmente cara a Fi, che non molla la presa: "stiamo vigilando, discutendo, vedremo quali garanzie saranno date anche ai cittadini che sono proprietari di case e poi affittano per tempi brevi", dice il vicepremier Antonio Tajani.

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