Orsi e lupi in Trentino gli ambientalisti alla Provincia: gestione da cambiare

Riportare la gestione dei grandi carnivori all'interno delle competenze del Comitato faunistico provinciale, rafforzare l'informazione per turisti e cittadini trentini che frequentano i luoghi interessati dalla presenza dei plantigradi e dei lupi e riformulare il Piano interregionale per le conservazione dell'orso bruno sulle Alpi Orientali (Pacobace) sotto la direzione del ministero dell'ambiente.

A qualche settimana dall'abbattimento dell'orsa Kj2, gli esponenti delle associazioni ambientaliste Lipu, Eppaa e Wwf del Trentino intervengono sulla questione in modo congiunto - dopo aver inizialmente mantenuto un basso profilo, a differenza di altre onlus, nazionali e non - chiedendo una rimodulazione del modello di gestione faunistica, per favorire una migliore convivenza tra uomo e animali selvatici.

Le proposte, seguite ad una dura condanna in merito all'abbattimento dell'orsa, intendono superare le difficoltà emerse in relazione alla presenza dei grossi carnivori e stabilire dei principi saldi sulla preservazione della biodiversità.

La condanna per l'abbattimento di Kj2, in ogni caso, è stata ribadita con forza a più voci dagli esponenti delle tre associazioni, che hanno auspicato l'avvio di un procedimento giudiziario (la Procura di Trento ha aperto un'inchiesta sulla vicenda lo scorso agosto) per comprendere cause e responsabilità che hanno portato all'uccisione del plantigrado.

«Al di là dell'orsa - ha poi spiegato Sergio Merz, della Lipu, evidenziando la scelta comune di non scendere in piazza - sembra prendere una brutta piega tutto il programma di gestione dei grandi carnivori. A nostro avviso, non si possono perseguire le specie animali solamente perché compaiono sul nostro territorio. Pensiamo piuttosto a informare adeguatamente i cittadini e gli operatori economici per prevenire situazioni di rischio, imponendo il guinzaglio per i cani nei territorio abitati degli orsi, sanzionando i comportamenti scorretti e favorendo l'introduzione di animali da guardia e recinti elettrificati per gli allevatori».

Oltre al perfezionamento degli strumenti informativi, sono state avanzate alcune richieste precise all'amministrazione provinciale. Tra queste, vi è anzitutto la gestione dei grandi carnivori in capo al Comitato faunistico provinciale, un tavolo di confronto a cui siedono anche le principali associazioni animaliste del territorio e la riforma in senso prescrittivo del Pacobace.

«Serve una riformulazione dell'accordo - ha spiegato Adriano Pellegrini, Eppaa - in modo da riportare le problematiche relative ai grandi carnivori sotto l'egida del Ministero dell'ambiente e di Ispra. Inoltre, è opportuno creare una sussidiarietà tra territori alpini, trasferendo gli orsi nelle zone forestali ad bassa densità antropica, così da evitare il respingimento dei capi in sovrannumero in Slovenia».

Inoltre, la riscrittura dell'accordo permetterebbe, come è stato detto in riferimento alle paroli del presidente Arno Kompatscher, che ha parlato di un tetto massimo di capi accoglibili, di evitare «eventuali ripensamenti per ragioni più o meno elettorali».

Per quanto riguarda i lupi, invece, si è parlato della necessità di promuovere tra gli allevatori le forme di prevenzione degli attacchi e dell'opportunità di ridurre il numero degli ungulati prelevabili dai cacciatori per favorire un equilibrio naturale. «Un incremento delle popolazioni di cervi e camosci - ha concluso Osvaldo Negra, Wwf - permetterebbe al lupo di preferire le prede selvatiche ai capi di allevamento».

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