Migranti, oggi vertice Ue Intanto calano gli sbarchi

Oggi pomeriggio a Parigi vertice tra Francia, Germania, Italia e Spagna su migranti e Libia; presente anche il premier libico Serraj. Berlino, Parigi, Madrid e l’alto rappresentante Ue si felicitano intanto per le misure prese da Roma sul codice delle ong e per il progetto di cooperazione con la Libia sulle rotte migratorie. Italia e Grecia non possono sopportare tutto il peso, afferma la Merkel.

Intanto il Viminale valuta l’uso di beni confiscati alle mafie nel caso di sgomberi. Si tratta di una ipotesi, di cui si discuterà oggi in una riunione tecnica con Minniti. Nei prossimi giorni, incontro tra il ministro e la sindaca di Roma, Virginia Raggi.

«Tutti in Europa devono accettare che il vecchio sistema-Dublino non è sostenibile. Non può essere che Grecia e Italia debbano sopportare da sole tutto il carico, soltanto a causa del fatto che la loro posizione geografica è tale che i profughi arrivano da loro», ha detto Angela Merkel in una intervista alla Welt am Sonntag. «Per questo i profughi vanno distribuiti in modo solidale».

«I capi di stato e di governo sono d’accordo per un’azione comune che tenti di rafforzare la cooperazione con i Paesi d’origine (dei migranti) al fine di contrastare le cause profonde, prevenire le partenze e migliorare la capacità di far rientrare volontariamente i migranti clandestini nei loro paesi d’origine»: è un passaggio del documento del vertice odierno.

I partecipanti al vertice e l’Ue confermano la loro determinazione a contrastare i flussi migratori prima che giungano in Libia e «si compiacciono della cooperazione del Niger e del Ciad (in cui leader saranno presenti al vertice, ndr) con l’obiettivo di affrontare le sfide della migrazione irregolare e della tratta degli esseri umani».

I quattro paesi sottolineano quindi la necessità di continuare a sostenere questi Paesi, secondo quanto indica la Dichiarazione sulla Solidarietà e la Sicurezza adottata a Roma il 6 luglio 2017, «appoggiando una maggior presenza di strutture governative nel nord del Niger e del Ciad, che permettano loro di essere in grado di soccorrere le persone in pericolo nel deserto; rinforzando i programmi esistenti che puntano a migliorare il controllo delle loro frontiere settentrionali con la Libia».

Intervistato dalla Stampa, Aref Khoja ministro dell’Interno del governo di Tripoli, afferma: «Se voi italiani vedete un calo così drastico di sbarchi, ad agosto siamo attorno al 10 per cento di quello che accadeva un anno fa, è perché il nostro governo ha predisposto un piano di contrasto ai traffici illegali. Non solo di esseri umani, peraltro, ma anche traffico clandestino di carburante».

Il ministro aggiunge: «Ci siamo concentrati su tre centri che erano il cuore dei traffici illegali: i porti di Sabratha, Zuwara, e Zawia. Qui sono in corso le azioni di contrasto, in accordo con il nostro ministero dell’Interno.

Abbiamo messo in campo un piano di controllo e prevenzione del traffico di esseri umani sulla terra, oltre allo sforzo della nostra Guardia costiera sul mare. E i risultati li vedete».

«Controllare le frontiere non basta - avverte però Khoja - e Tripoli ha bisogno del vostro aiuto».

«Noi riteniamo - sottolinea anche il ministro libico - che la nostra Guardia Costiera operi bene, in linea con il diritto internazionale e con le leggi. Le navi delle Ong »doesn’t concerned«. Non ci riguardano. Comunque le accettiamo, purchè non ostacolino il lavoro della nostra Guardia costiera».

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