Voucher e appalti: referendum fissato per il 28 maggio

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto per l’indizione dei referendum popolari promossi dalla Cgil, relativi alla «abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti» e alla «abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)».

Le consultazioni referendarie si svolgeranno domenica 28 maggio 2017, spiega il comunicato di palazzo Chigi.

Nel frattempo resta in piedi il tentativo della maggioranza di governo di evitare la consultazione tramite una provvedimento che stringa le maglie dell’utilizzo dei contestati voucher, peraltro difesi con forza dagli imprenditori.

«Non è con un maquillage legislativo che si può pensare di risolvere il problema dei voucher. Noi ne chiediamo l’abrogazione, chiediamo la cancellazione di una forma di precarietà», afferma oggi Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, in un’intervista a Repubblica in cui sottolinea che per evitare il referendum i buoni lavoro dovrebbero poter essere usati «solo dalle famiglie, acquistati all’Inps e non in tabaccheria, per retribuire, infine, la prestazione occasionale e accessoria di disoccupati di lunga durata, pensionati e studenti».

«Le aziende che utilizzano i voucher lo fanno in maniera legale. E sta proprio qui la ragione della nostra iniziativa referendaria», spiega. «Se fossimo davanti ad un abuso non avremmo chiesto l’abrogazione, ma il contrasto e la penalizzazione dei comportamenti illeciti. Ci troviamo di fronte, invece, all’ennesima legge che permette la degradazione del lavoro, che sostituisce lavoro ordinario e contrattato con i voucher, l’ultimo gradino della precarietà».

«I voucher, come gli appalti, sono diventati il simbolo questo progressivo degrado del lavoro. Le persone hanno ben colto la contraddizione tra ciò che veniva raccontato e ciò che realmente accadeva e accade. Per questo sono convinta che il quorum si raggiungerà».

Camusso infine precisa: «Mi attengo alla legge della Repubblica secondo cui il referendum può essere annullato solo se interviene una legge che colga lo spirito della richiesta del comitato promotore, sia per i voucher sia per sulla responsabilità solidale delle imprese».

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