Nella Terra dei fuochi bambini col cancro

«All’ospedale pediatrico Pausillipon di Napoli si registra un aumento di tumori solidi rispetto alle leucemie» ed è «allarme per i bambini tra 0-14 anni a causa di un trend in salita del tasso dei ricoveri che nel primo anno di vita è risultato maggiore del 50% a Napoli e 68% a Caserta, dal 2010 ad oggi». A sostenerlo, in una lettera inviata alle massime cariche dello Stato, sono le associazioni della terra dei fuochi dei bambini malati di tumore (Noi Genitori di Tutti, Terra dei cuori Onlus e Le ali di Checco) in base a dati, fanno sapere, acquisiti da un report.

A fronte di questa situazione sono stati rimodulati gli assetti organici interni all’azienda ospedaliera, in particolare, «la trasformazione da unità complesse a unità semplici dei reparti di chirurgia, oncologica pediatrica, laboratorio pediatrico e contro l’ accorpamento del centro trapianti con il centro trasfusionale». «Questa delibera - sostengono i genitori dei bambini malati nella missiva inviata tra gli altri al capo dello Stato, il premier, e Papa Francesco - è stata pubblicata all’albo pretorio a fine febbraio e se si vuole leggerla oggi non può farlo perché nel regolamento dell’albo pretorio dell’azienda si evince che le delibere si possono visualizzare solo per il mese in corso.

Per riceverla bisogna fare richiesta ai sensi della legge 241 ed attendere chissà quanto tempo. E nel frattempo i nostri bambini muoiono». E ancora: «Una struttura semplice dipartimentale di tipo chirurgico non può far parte di un dipartimento di Area medica, come appunto il Dipartimento di Oncologia. Questo significa che tutti i bambini malati di cancro dovranno operarsi fuori regione. Abbiamo dato mandato ai nostri legali di impugnare il suddetto atto aziendale e porremo in essere una serie di iniziative per mettere fine all’ennesima barbarie che la politica e la classe dirigente della nostra regione vuol continuare a commettere nei confronti dei nostri figli».

Nella missiva c’è anche un toccante appello a firma dei piccoli pazienti malati di tumore che non ci sono più: «Le nostre vite sono state spente per sempre. Nelle nostre camerette si ode solo il grido assordante della nostra assenza, le nostre scarpe non percorrerranno più alcun sentiero, non diventeremo mai grandi, non ci innamoreremo mai, non ci sposeremo, i nostri fratellini non avranno più la gioia di giocare con noi e i nostri genitori non ci avranno più al loro fianco. Quello che vi chiediamo ora di stare accanto ai nostri genitori, desideriamo che la nostra morte ingiusta quantomeno non sia vana, che la nostra sofferenza possa contribuire a salvare altre vite».

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