Le donne ribelli nel Pd Due voti contro Rossi

Donne, ribelli e del Pd. Questo l'identikit di chi vota contro alla propria maggioranza, per due giorni consecutivi. Le due sono Violetta Plotegher (lunedì) e Donata Borgonovo Re (martedì). Concretamente poco o nulla è cambiato, ma il dato politico c'è e questi voti, in un periodo che per quanto riguarda la maggioranza possiamo definire perlomeno non tranquillo, hanno un peso importante.

Terminate le audizioni, la prima commissione guidata da Mattia Civico (Pd) ha iniziato ieri a palazzo Trentini l'esame dei singoli articoli della manovra finanziaria, partendo dalla legge collegata (ddl 106), le cui norme sono state illustrate, insieme agli emendamenti della giunta, dal presidente Rossi assistito da alcuni dirigenti.

Da segnalare la cancellazione dell'articolo 12 che introduceva il controllo della Provincia sulla gestione del patrimonio delle Rsa: bocciatura grazie al voto di Borgonovo Re (Pd) , secondo cui dalla norma emerge un pregiudizio negativo nei confronti delle Apsp.
Poco prima era stato invece approvato l'articolo 11 sulla riorganizzazione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari - che lunedì era stato respinto in quarta commissione con il voto di Violetta Plotegher (Pd) - grazie ad un emendamento condiviso dalla giunta e proposto da Civico, Borgonovo Re e dalla stessa Plotegher.

A proposito dell'acquisizione dei beni immobili delle Rsa oggetto dell'articolo 13, Borgonovo Re (Pd) ha chiesto «come si concili l'autonomia delle Apsp con il ruolo di coordinamento e controllo della Provincia, che non può significare imposizione».

Secondo Maurizio Fugatti (Lega) dal combinato disposto degli articoli 12 e 13 riferiti alle Apsp nella collegata, trapela una sorta di accanimento sottotraccia nei confronti delle case di riposo pubbliche la cui amministrazione si vorrebbe accentrare.

Il presidente Ugo Rossi ha ribattuto che «non c'è nessun accanimento sulle Rsa, ma si vuole semplicemente sottoporre al legittimo controllo della spesa delle Rsa da parte della Provincia anche gli aspetti patrimoniali che altrimenti rimarrebbero esclusi, laddove ad esempio porzioni di immobili fossero destinate a permute e quindi a servizi estranei a quelli delle Apsp. Ciò non vuol dire che le operazioni immobiliari finora realizzate non siano state virtuose».

Borgonovo Re (Pd) ha espresso dubbi anche circa l'esigenza di anteporre a questa scelta normativa un'osservazione della realtà delle singole Apsp le cui capacità patrimoniale e di spesa vanno valorizzate.

Da quest'articolo che prevede un "coordinamento" da parte della Provincia «emerge un pregiudizio negativo sulle capacità delle Apsp di gestire bene i loro immobili». Rossi ha risposto che con questa norma la Giunta vuole tener conto dell'utilizzo del patrimonio della singola casa di riposo a fronte dei contributi erogati - complessivamente si tratta di 130 milioni di euro all'anno - per servizi agli anziani.

Civico (Pd) ha ricordato che d'intesa con assessore, giunta e maggioranza, non si procederà affatto ad accentrare le Apsp nel 2016, proprio per avere il tempo di costruire un percorso di coordinamento adeguato e rispettoso di queste realtà e dei rapporti di questi servizi con il territorio".

L'articolo 12 è stato alla fine respinto e quindi cancellato dalla legge collegata con quattro voti contrari espressi oltre che dalle opposizioni anche da Donata Borgonovo Re (Pd).
L'articolo 13 è stato invece approvato con i tre voti contrari di Borga, Viola e Simoni dopo che la Commissione aveva respinto un emendamento abrogativo di Maurizio Fugatti della Lega.

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