Riforma sanitaria, un flop Obama annuncia modifiche

La riforma sanitaria sarà rivista. Barack Obama, per la prima volta, annuncia modifiche all'Obamacare, provvedimento simbolo della sua amministrazione. Le scuse clamorose della settimana scorsa in diretta tv non sono riuscite a calmare l'ira di un Paese intero, che sta pagando in prima persona un flop non solo tecnologico, ma anche politico che a molti sembra avere dell'incredibile

La riforma sanitaria sarà rivista. Barack Obama, per la prima volta, annuncia modifiche all'Obamacare, provvedimento simbolo della sua amministrazione.
Le scuse clamorose della settimana scorsa in diretta tv non sono riuscite a calmare l'ira di un Paese intero, che sta pagando in prima persona un flop non solo tecnologico, ma anche politico che a molti sembra avere dell'incredibile.
Malgrado le rassicurazioni che tutto tornerà presto a posto, il sito dove registrarsi per la copertura sanitaria continua a non funzionare. Il ministero della Sanità parla di circa 16 tentativi di cyberattacchi, tuttavia questa denuncia non placa il clima e la polemica: ormai da giorni arrivano su Washington dati gravi dal resto del Paese sui tantissimi cittadini che hanno perso la loro copertura medica proprio in seguito a queste enormi disfunzioni.
La Cnn riferisce di circa di un milione di americani nella sola California che avrebbero perso la mutua per colpa della Obamacare. Persino Bill Clinton, una sorta di «fratello maggiore» per Barack, l'altro giorno ha usato parole dure esortando il presidente a «mantenere la parola data». E mentre i sondaggi parlano di nuovi minimi storici per la popolarità di Obama, scesa sotto il 40%, a impensierire il presidente è anche l'imbarazzo di tanti parlamentari del suo partito alle prese con la rivolta dei loro elettori. Appena un mese fa, tutti i democratici di Capitol Hill furono compatti nell'appoggiarela Casa Bianca e la sua linea contraria a ogni modifica della legge, invocata a gran voce dal partito repubblicano. Erano i giorni in cui Obama, spavaldo, riuscì a piegare il Grand Old Party dicendo che non era disposto a trattare modifiche alla sua riforma «con la pistola puntata alla testa», cioè sotto la minaccia del default. Quella partita fu vinta non solo da Obama ma anche dal partito democratico, che riuscì a spaccare in due i repubblicani, isolando i Tea Party.
Ma dai quei giorni il vento è cambiato radicalmente. Oggi, che la riforma continua a non funzionare e la stessa Casa Bianca annuncia modifiche, tutto il Caucus, il gruppo parlamentare democratico, si sente preso in giro. E comincia a reagire. Sono decine i Senatori che tra un anno dovranno cercare una difficile rielezione, al voto di medio termine, e che oggi temono di pagar caro questa imbarazzante impasse. E c'è chi ha lanciato veri e propri ultimatum: un paio di parlamentari hanno fatto sapere che la Casa Bianca ha non più di due giorni per presentare un progetto in grado di tutelare la copertura medica di quei cittadini che l'hanno persa per colpa dell'Obamacare.

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