Berlusconi furente «Sabato in piazza»

La linea al momento non cambia e Silvio Berlusconi ci tiene a ribadirlo in un tour de force televisivo che ricorda tanto quelle «offensive» mediatiche della campagna elettorale. In ben 6 interventi tra reti Rai e Mediaset, Berlusconi ripete il leit motiv di sempre: Il Pdl non metterà in crisi il governo Letta. Una presa di posizione chiara che arriva all'indomani della sentenza di condanna in appello per il processo Mediaset

La linea al momento non cambia e Silvio Berlusconi ci tiene a ribadirlo in un tour de force televisivo che ricorda tanto quelle «offensive» mediatiche della campagna elettorale. In ben 6 interventi tra reti Rai e Mediaset, Berlusconi ripete il leit motiv di sempre: Il Pdl non metterà in crisi il governo Letta. Una presa di posizione chiara che arriva all'indomani della sentenza di condanna in appello per il processo Mediaset, ma proprio nel giorno in cui gli arriva la richiesta di rinvio a giudizio dalla procura di Napoli con l'accusa di «compravendita di senatori».
La rabbia del Cavaliere però è tanta e la misura inizia ad essere colma. Ecco perchè, nonostante la strategia preveda di tenere distinti i due piani - sentenze da un lato e tenuta del governo dall'altra - Berlusconi non rinuncia ad attaccare i giudici che «mi vogliono politicamente morti» chiedendo al Pdl di mobilitarsi e scendere in piazza alzando i toni. Tant'è che la raffica di commenti contro la magistratura produce una dura presa di posizione dell'Anm che torna a denunciare la delegittimazione perpetrata da Berlusconi nei confronti dei giudici.
Un cambio di passo che ha portato a ripristinare in meno di 24 ore la manifestazione in programma per sabato a Brescia che lo stesso Cavaliere aveva deciso di sospendere. Da ieri sera invece la linea è cambiata e lo stesso ex capo del governo ha chiesto di tornare al vecchio programma che prevedeva appunto il comizio in piazza a Brescia alle 16.
Ma la rottura della tregua porta con sè anche una nuova «minaccia» del Pdl: la riedizione della protesta milanese che l'11 marzo scorso portò le «truppe» berlusconiane fin dentro gli uffici del Tribunale di Milano. Questa volta la partenza dovrebbe essere più soft con un sit lunedì davanti al palazzo di giustizia in concomitanza con la requisitoria sul processo Ruby.
La decisione, bisogna dire, è ancora in fase di valutazione con Berlusconi ancora indeciso.
È d'altronde lo stesso Cavaliere a non nascondere che la raffica di sentenze rischia di minare «il clima di pacificazione» che ha permesso la nascita del governo, anche se «non saremo noi a interrompere questa strada», mette in chiaro il Cavaliere.
Certo, l'attesa è ora per quanto dirà nel comizio di sabato. Ieri sera ha fornito un antipasto piccante: «I giudici di Milano non sono stati integerrimi perchè sono accecati dal pregiudizio e dall' odio nei mie confronti. Hanno confermato la condanna con una sentenza infondata e ridicola» ha affermato a Quinta colonna, su rete 4. «C'è grande amarezza e una forte indignazione: da vent'anni certa magistratura usa la giustizia contro di me. Ma ho assoluta fiducia nella Cassazione» ha ribadito. Così come sulle colonne dei «suoi» giornali, è partita la campagna contro la «guerra dei vent'anni» che secondo lui i giudici gli hanno mosso.

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