Lavoro / Il caso

Il sindacato: superare la disparità di trattamento fra provinciali e personale Apss

Sulle penalizzazioni subite da chi lavora nella sanità, interviene Cesare Hoffer, coordinatore di Nursing Up Trento: uno dei nodi principali riguarda il tfr. «Alla politica chiediamo di applicare anche ai dipendenti dell'Azienda sanitaria le stesse modalità di pagamento del tfr previste per la Provincia e gli enti locali»

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VECCHI Quasi la metà dei Comuni trentini senza personale under 35
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Tfr in busta paga Confindustria: un errore

«Siamo contrari - spiega il presidente degli industriali trentini Paolo Mazzalai - a qualsiasi operazione che possa avere ripercussioni negative sulla liquidità delle imprese, soprattutto in un momento di stretta del credito. Senza contare che spendere oggi risorse che vengono accantonate per il futuro, non ci sembra un'operazione lungimirante. Attendiamo i dettagli della proposta del Governo, in particolare l'idea che siano le banche ad anticipare il Tfr. L'importante è che poi le imprese non si trovino a dover pagare anche gli interessi sulle somme anticipate»  

Tfr in busta paga, l'idea di Renzi preoccupa anche Laborfonds

Il cda di Laborfonds è molto preoccupato per l'ipotesi avanzata dal governo di portare il trattamento di fine rapporto (Tfr) in tutto o in parte in busta paga. Perché il Tfr costituisce invece la principale risorsa destinata alla previdenza complementare, cioè proprio ai fondi pensione dei lavoratori dipendenti come Laborfonds. «Mi meraviglio del governo - dice il direttore  Giorgio Valzolgher  - Il Tfr è salario differito, cioè una forma di risparmio. Tutte le riforme fatte finora hanno spinto perché andasse a promuovere la previdenza complementare. La scelta di metterlo in busta paga per favorire i consumi finisce per bruciare risparmio, sarebbe la negazione della previdenza complementare»

I consiglieri incassano un Tfr di 70.000 euro

L'indennità di fine mandato (buonuscita o trattamento di fine rapporto se trasposta ai lavoratori dipendenti) per i consiglieri provinciali eletti nella precedente legislatura varia, per ciascuno di essi, tra un minimo di 68.000 euro circa a un massimo di 70.000 euro circa. L'indennità viene regolarmente liquidata, in un'unica soluzione, a tutti componenti del consiglio regionale a ogni fine legislatura o a relativa cessazione dell'incarico e mandato consigliare. Di fatto, quindi, la cifra va ad aumentare il patrimonio di tutti i consiglieri della passata legislatura, sia che siano stati rieletti sia che non invece non siano stati riconfermati in consiglio I tuoi commenti