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Il sindaco di Levico tira dritto: il futuro della Masera non cambia, sarà abbattuta

Il primo cittadino ignora gli appelli dei Fai e di Vittorio Sgarbi, parlando di: «un crollo importante di 5 o 6 metri» del sottotetto avvenuto a gennaio, per il quale si sono velocizzate le comunicazioni con la Provincia. Il consigliere Dal Bianco (M5s) vuole vederci chiaro: «C’è una perizia?»

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di Luigi Oss Papot

LEVICO TERME. Il futuro della Masera non cambia, nonostante gli appelli arrivati da più parti per salvaguardare lo storico edificio: l'abbattimento è l'unica strada che verrà intrapresa. La conferma è arrivata giovedì sera (30 marzo), nel corso del consiglio comunale: il sindaco Gianni Beretta, rispondendo ad un'interpellanza del consigliere Maurizio Dal Bianco (M5s), ha ribadito che i lavori di abbattimento sono già in gara d'appalto e non ci sarà alcun recupero della struttura.

Anzi, dice Beretta, il 3 gennaio scorso c'è stato un crollo importante del sottotetto nella parte a valle dell'edificio, fatto che ha velocizzato le interlocuzioni fra Comune di Levico e Provincia. Dal Bianco, nell'interpellanza, faceva riferimento al consiglio comunale di novembre durante il quale il sindaco ha sostenuto che l'abbattimento del complesso si rende necessario anche a seguito di una perizia del 2007 secondo la quale i carichi non possono essere sostenuti dalla struttura.

Dal Bianco sostiene invece che quella perizia si riferiva alla Masera con cambio di destinazione d'uso, in particolare a destinazione "scuola", e quindi non paragonabile allo stato attuale. Beretta, giovedì sera, lo ha confermato aggiungendo tuttavia che dal 2007 le normative edilizie sono diventate molto più stringenti, comprendendo anche l'aspetto antisismico. Di fatto, quindi, per il primo cittadino la sostanza delle cose non cambia, e neppure la pericolosità della Masera.

«Abbiamo segnalato in Provincia più volte - ha proseguito Beretta - la pericolosità dell'edificio, tant'è che i tecnici hanno deciso di interdire l'uso della parte interrata, allora usata come deposito di materiale per il Servizio gestione strade, e di recintare l'intera area. A seguito di un crollo importante di 5 o 6 metri lineari è stato effettuato un sopralluogo urgente che ha evidenziato un cedimento del tetto, oltre ad altri pericoli, nella parte a valle dell'edificio».

«La Provincia ci ha chiesto che intenzioni avessimo su quest'edificio e noi abbiamo proposto un centro servizi, un incubatore di imprese, un polo strategico per il turismo ed il benessere della persona; tra l'altro, vista la richiesta di abbattimento, la cubatura sarà inserita nel registro dei crediti edilizi». In questo passaggio, Beretta ha indirettamente risposto solo a Italia Nostra, asserendo che la legge provinciale 15 del 2015 prevede la demolizione e ricostruzione sullo stesso sedime, non andando in contrasto quindi con questo dispositivo.

Nessuna risposta agli ultimi appelli, arrivati dal presidente del Fai nazionale, Marco Magnifico, e dal sottosegretario al Ministero della cultura, Vittorio Sgarbi. Beretta ha inoltre detto che rifare i circa 1.200 metri quadrati di copertura, come proposto da Dal Bianco, costerebbe 300 o 400mila euro, mentre l'abbattimento costerà 600mila euro più l'Iva e spese varie.Secca la replica di Dal Bianco: «Non abbiamo uno scritto, una relazione che ci confermi quello che ci sta dicendo. Ora c'è stato un crollo: c'è un verbale, c'è una perizia? Farò immediata richiesta di accesso agli atti per verificare».

(Foto: Gabriele Cetto)

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