Valsugana / Il caso

Nuovo scossone alle Terme di Levico con l'addio di Mario Malossini alla presidenza della società

Altro cambio al vertice a soli due mesi dal precedente passaggio di testimone, per ora è stato nominato presidente il consigliere Alberto Passerini, in attesa della convocazione in tempi brevi dell'assemblea: sullo sfondo interrogativi e visioni sul futuro dell'importante compendio turistico

di Valentina Fruet

LEVICO. Le inattese dimissioni di Mario Malossini dal ruolo di presidente della società che gestisce le Terme di Levico, hanno dato l'ennesima sferzata ad una situazione già difficile per il compendio termale levicense. Subentrato nella presidenza della società Levico Terme SpA a Donatella Bommassar esattamente due mesi fa, il 28 luglio, ora anche Malossini lascia; per motivi «strettamente personali improvvisamente sopravvenuti», viene spiegato, ha rassegnato le proprie dimissioni.

Il consiglio di amministrazione ha raccolto la disponibilità del consigliere Alberto Passerini e, a norma di statuto, lo ha nominato quale nuovo presidente, in attesa della convocazione in tempi brevi dell'assemblea, che adotterà le delibere inerenti e conseguenti. Un 2022 difficile per le Terme, iniziato con la rinuncia della società alla firma della convenzione con la Provincia dell'accordo per la realizzazione del project financing che avrebbe garantito la gestione delle Terme di Levico e Vetriolo per 25 anni.

Successivamente Claudio Alì ha lasciato il posto di direttore delle Terme, posizione al momento ancora vacante, perché assorbito da un altro incarico come direttore di Asis. E ora Levico Terme Spa cambia presidente per la seconda volta in appena due mesi. Anche se si tratta di una decisione estemporanea dettata da motivi personali, la burrasca in cui si trovano le Terme era evidentemente chiara anche dall'esterno, tanto che lunedì sera, in sede di consiglio comunale, si è discusso proprio di trovare un modo di aiutare fattivamente chi gestisce e gestirà la struttura di proprietà provinciale.

All'unanimità, con la sola astensione dell'assessore Monica Moschen, i consiglieri hanno votato un ordine del giorno presentato da Maurizio Dal Bianco del Movimento 5 Stelle, che chiedeva di poter creare una collaborazione stretta con la stessa società e grazie al quale il comune di Levico chiederà una riunione con i vertici della Levico Terme Spa per confrontarsi sui punti cardine del funzionamento del compendio termale.

«L'intento della proposta non è quello di entrare nel merito del funzionamento della società, ma di capire il modo migliore per avere una collaborazione, anche creando un incarico ad hoc; non si chiede di entrare nella gestione ma di supportare le Terme dal punto di vista istituzionale.

È uno dei tasselli fondamentali del nostro Comune e il suo benessere ha ricadute importanti sul territorio; con una figura di riferimento sarebbe più facile dare un aiuto strutturato», ha spiegato Dal Bianco. La discussione ha visto subito favorevoli i consiglieri di Lega e Impegno per Levico; «le Terme sono i fondamenti della nostra offerta turistica» ha detto Tommaso Acler «ed è importante fare un ragionamento in questo senso anche alla luce delle nuove difficoltà che le Terme si troveranno ad affrontare, primo tra tutti il caro energia».

Dopo la propensione iniziale alla bocciatura del documento, il sindaco Gianni Beretta nel confermare di aver sempre appoggiato la gestione formata da 40 imprenditori del posto, ha spiegato che «è in corso un dialogo con la Provincia per costruire insieme il futuro bando di gestione».

Tuttavia la maggioranza, dopo aver emendato l'ordine del giorno, si è impegnata ad invitare il Cda delle Terme per un consiglio comunale informale nel mese di novembre.

«L'attuale situazione delle Terme, dopo lo stop alla nuova Medical Spa, ha sicuramente creato a tutti i soci qualche disagio e il Comune ha sempre dichiarato che c'è ed è pronto ad offrire supporto; dialogare da vicino con il consiglio di amministrazione ci permetterà di poter fare meglio la nostra parte» ha chiuso Dal Bianco. Alla luce delle nuove dimissioni il confronto della società con il Comune non è più solo una possibilità di crescita ma una vera e propria necessità.

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