Valsugana / Il caso

I sindaci alla Provincia: no alla chiusura del Menador dopo il passaggio del Giro

I Comuni dii di Calceranica, Caldonazzo, Levico e Tenna hanno scritto una lettera al presidente Fugatti, per chiedere che sia rivisto il programma di riprendere subito il cantiere e chiudere nuovamente la strada fra la Valsugana e l'altopiano fino al 15 luglio, dopo la temporanea riapertura per il passaggio della carovana rosa il 25 maggio: ecco la proposta alternativa

IL CANTIERE Lavori sul Menador: strada riaperta solo per il Giro d'Italia

VALSUGANA. I sindaci di Calceranica, Caldonazzo, Levico e Tenna hanno scritto in questi giorni una lettera al presidente Maurizio Fugatti ed al dirigente del Servizio opere stradali, Carlo Benigni, per chiedere una deroga alla chiusura estiva della strada provinciale 133 di Monterovere, ossia del Menador.

Una nuova ordinanza della Provincia ha disposto che la strada, sulla quale sono in corso lavori di allargamento e messa in sicurezza, rimanga aperta 10 giorni, dal 20 al 30 maggio, per consentire il passaggio della tappa del Giro d’Italia che arriverà a Lavarone il 25 maggio; ma poi rimarrà chiusa ancora fino al 15 luglio, con un’ulteriore chiusura già prevista da fine agosto. Una gestione dunque a “spezzatino” per la strada che Cristian Uez, Elisabetta Wolf, Gianni Beretta e Marco Nicolò Perinelli non hanno gradito.

Scrivono i sindaci infatti che la strada del Menador «per la nostra comunità non è solo una via di comunicazione strategica tra la valle e l’altipiano durante il periodo estivo, ma essa stessa, per le sue stesse peculiarità storiche e paesaggistiche, è una strada di grande richiamo turistico. Sebbene i lavori di messa in sicurezza previsti siano almeno in parte necessari per la tratta a valle della stessa, la chiusura della strada prevista fino al 15 luglio rappresenta un danno per le attività economiche che dal suo funzionamento dipendono e che aprono la stagione già all’inizio giugno.

Inoltre la strada è un collegamento diretto con le malghe, oltre una decina, che lavorano d’estate e che dall’accesso diretto traggono beneficio sia nella gestione sia nella fruizione da parte dei visitatori». In tal senso si era espresso recentemente anche il consigliere provinciale Michele Dallapiccola. La proposta avanzata dagli amministratori è quindi quella di considerare una riapertura subito dopo il passaggio del Giro d’Italia, evitando un altro mese e mezzo di chiusura, perché «chiudendo la strada -proseguono i sindaci- si perderebbe l’occasione di visibilità che il Giro offre e indubbiamente quella strada ne trarrebbe enorme vantaggio.

La chiusura di una via così pubblicizzata a livello internazionale sarebbe un pessimo biglietto da visita e porterebbe un danno di immagine non solo per le località direttamente interessate, ma anche per la Valle e il Trentino tutto».

Per aggirare il problema dei punti più stretti del tracciato, i sindaci avanzano l’ipotesi di un senso unico alternato regolato da un semaforo, senza più bisogno di ulteriori interventi viabilistici, ed inoltre chiedono un incontro sul territorio con la giunta provinciale ed i servizi competenti per verificare «quali siano le prospettive in vista del secondo lotto di lavori e sul quale manifestiamo da tempo preoccupazione».

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