Economia / Il caso

San Martino di Castrozza, un altro hotel venduto all'asta: il b&b nelle mani di una finanziaria

Si ripete il copione, dall’esecuzione immobiliare all’acquisto di società immobiliari: il rischio è che la struttura rimanga chiusa, e c’è chi parla di «gente armata venuta a vedere cosa si può comprare qui»

di Giorgia Cardini

SAN MARTINO DI CASTROZZA.  Dalle mani di imprenditori locali al "carnet", vario e volatile, di una società immobiliare romana. Un altro hotel di San Martino di Castrozza è finito nel tritacarne delle esecuzioni immobiliari nel corso del 2021 e aggiudicato al terzo tentativo il 1° marzo 2022.

Si tratta di un piccolo esercizio di 11 stanze e 16 posti letto: un B&B con vista sulle Pale gestito da quasi vent'anni da una famiglia primierotta (che chiede riservatezza) che ne ha fatto un punto di riferimento per la località, tenendolo aperto 12 mesi all'anno.

La Delta Immobiliare spa ha acquisito il B&B finito negli anni scorsi nel pacchetto dei crediti deteriorati della ex Cassa rurale di Primiero e da questa ceduto a una finanziaria: il prezzo finale è di 514 mila euro, dopo una serie di rilanci a colpi di 6mila euro, partendo dal prezzo base di 423mila euro.

Dalla data di aggiudicazione provvisoria, l'acquirente ha 90 giorni di tempo per versare il prezzo di acquisto. Il B&B per ora non chiuderà, perché la famiglia che lo gestisce ha raggiunto un accordo con il compratore per continuare a gestirlo l'intera estate, liberandolo alla fine di settembre.

Ma, dopo, il suo destino è incerto: l'immobiliare non ha in mano alcuna licenza da accompagnare a una possibile vendita o a una locazione dell'hotel e la destinazione dell'area non può essere cambiata.

Quindi, perché l'ha comprato? Cosa può ricavarne? Il timore, in paese, è che anche questa struttura resti definitivamente chiusa. E non sarebbe la prima.

L'anno scorso, come si ricorderà, furono diverse le procedure esecutive immobiliari tra San Martino a Passo Rolle. Quattro alberghi furono venduti in questo modo, ma tutti sono ancora chiusi. Di due questo giornale ha raccontato la storia nell'agosto scorso: lo Stalon e l'Alpino, aggiudicati a una srl campana costituita pochi giorni prima, sono tornati sul mercato dopo che questa non ha pagato il prezzo dell'aggiudicazione, nonostante fossero stati concesse due proroghe.

I due hotel torneranno all'asta il 21 giugno, dalla data inizialmente prevista del 12 aprile, dopo un rinvio dovuto a un problema tecnico.Venduto era stata poi anche Villa Aurora: acquisita da una società con sede a Locarno, Svizzera, e tenuta aperta solo due settimane in inverno, pare che ora sia di nuovo sul mercato per 3,5 milioni.

Chiuso è rimasto però anche l'hotel Passo Rolle, sempre acquistato nel 2021 da una nuova società. Mentre pure il "Promenade" e il "Clarofonte" a Fiera di Primiero (comprati 3-4 anni fa da imprese straniere) non sono mai stati riaperti.

Le domande su chi investe, con quali soldi e perché si sono moltiplicate dopo che il 17 febbraio un'operazione della Procura di Catanzaro e della Guardia di Finanza ha portato all'apposizione di sigilli a un albergo a Pinzolo, finito al centro di una inchiesta per associazione a delinquere finalizzata all'autoriciclaggio che ha prodotto vari arresti, perquisizioni e sequestri in Calabria, Lombardia, Trentino e Campania.

A San Martino è più di un mormorio: «Negli ultimi mesi è arrivata gente armata - testimonia un imprenditore - a vedere cosa si poteva comprare qui».

Sospetti e paure di diventare "lavatrici" per operazioni non proprio immacolate sono molto forti, nell'ambiente, e ovviamente non contribuiscono a generare ottimismo. Mentre ancora non si vede neppure in lontananza quell'aiuto che la Provincia aveva assicurato di voler ideare per sostenere le aziende turistiche trentine in difficoltà.

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