Rolle, Messner accusa: «Ha ragione Delladio»

L'alpinista: no agli impianti

di Matteo Lunelli

«Lui ha un progetto verde, non aggressivo nei confronti del territorio, contro il rumore, totalmente indirizzato al futuro, si esponeva anche economicamente in prima persona. È incredibile che non sia stato accettato». A parlare è una persona che la montagna la conosce decisamente bene: Reinhold Messner. E il soggetto è ovviamente Lorenzo Delladio, il patron della Sportiva che ha prima lanciato un'idea, poi l'ha discussa cercando di confrontarsi e non di imporsi e infine l'ha riposta nel cassetto, alzando le braccia di fronte a una minoranza di contrari. 

L'alpinista altoatesino ci risponde e sentiamo il vento. «Sto arrampicando in questo momento, ma posso restare al telefono, sono in cima. Anzi, da quassù non vedo nessuno skilift, ed è bellissimo. Veramente bellissimo». Poi prosegue. «Sì, ho seguito tutta la vicenda del Rolle: Delladio era disposto a fare praticamente tutto, ha messo idee, soldi e visione. Poi è una persona che ha avuto successo nel suo lavoro, perché non potrebbe averlo ancora? E comunque se fosse fallita l'idea ci avrebbe rimesso lui, non i cittadini». Messner non vuole portare avanti una «crociata» contro lo sci alpino: «Non è detto che lo sci di pista abbia successo per sempre: ci sono modelli vincenti per il futuro che coinvolgono anche altri settori. Si potrebbe provare, c'è un privato che vuole provare, perché non farlo? Mica ha detto che bisognava smantellare tutti gli impianti della regione, ha solo fatto una proposta specifica per un'area». 

Tutta la vicenda è effettivamente un grande contraddizione: da una parte si parla da anni di destagionalizzazione del turismo, di sostenibilità, di tenere conto dei cambiamenti climatici di cui, Donald Trump a parte, tutto il mondo ammette l'esistenza e l'accelerazione. Contemporaneamente i prezzi degli skipass aumentano per poter pagare l'innevamento artificiale e le ore di sci al giorno diminuiscono anche tra i più appassionati, visto che i turisti non cercano solo le piste ma anche wellness, enogastronomia, gite, attrazioni per bambini. 

Anche Claudio Bassetti, presidente della Sat, è una persona che ama e rispetta la montagna e che analizza i cambiamente sociali, climatici, economici che la riguardano. Ma prima di tutto ha un rammarico. «Ho letto con grande interesse sui giornali in questi mesi e anche oggi per capire tutta la vicenda. Tanto che per confrontarci avevamo messo in calendario un incontro con Delladio insieme a tutte le nostre sezioni. Adesso mi pare che l'annuncio renda vano quell'incontro. E mi dispiace molto». Pur senza aver avuto un dialogo diretto, Bassetti analizza la situazione.

«L'idea era senza dubbio interessante, di prospettiva e di visione. Noi ci interroghiamo sempre su modelli di sviluppo diversi e anche la Provincia deve farlo: penso ai cambiamenti climatici e alla gestione dell'acqua, che è un bene da preservare. Non si può negare che sia in atto una rivoluzione e che anzi sti accelerando: perdiamo i ghiacciai e i costi per mantenere le piste sono in continuo aumento. In Svizzera e Austria si stanno muovendo, potremmo capire, adattare e copiare, anche le esigenze dei turisti stanno cambiando. Nel 2007, durante l'elaborazione del Pup avevamo scritto affinché venisse usato come elemento guida quello dei cambiamenti climatici. Non venimmo ascoltati e anzi poco dopo venne costruita una pista che arrivava a 750 metri a Pinzolo. Credo la sfida di Delladio fosse coraggiosa ma avesse anche un valore culturale importante: non è una sconfitta sua ma dell'intera collettività».

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