Il Bicigrill di Novaledo riapre dopo 8 anni

A otto anni di distanza dall’ultima stagione, riaprirà in giugno il primo bicigrill privato d’Italia

di Giorgia Cardini

A otto anni di distanza dall’ultima stagione, riaprirà in giugno il primo bicigrill privato d’Italia, che Milko Gozzer ideò e gestì dal 2003 al 2009 lungo la ciclovia del Brenta, a Novaledo.
Dalla scomparsa di Milko, avvenuta in Colombia alla fine del 2009, il bicigrill non aveva più aperto i battenti. Ma ad acquistare dalla famiglia di Gozzer la struttura già esistente, il parcheggio lungo la strada e 1 ettaro di terreno, è stata nelle scorse settimane una società di cui è titolare Liliana Lorenzini, con cui lavorano Moreno Tomasi di Santa Margherita di Ala e Matteo Bertolini di Loppio. 
Ed è proprio quest’ultimo il «pilastro» su cui si regge l’impresa, almeno dal punto di vista dell’esperienza. Bertolini ha infatti alle spalle l’apertura e conduzione del bicigrill privato di Loppio, dal 2007, lungo la pista che collega Mori al lago di Garda, e quattro anni (dal 2012 al 2016) di gestione del bicigrill di Nomi, che nel 2003 fu inaugurato qualche mese prima di quello di Novaledo.
 
A spiegare cosa vogliono fare a Novaledo sono Matteo e Moreno, in questi giorni al lavoro nel cantiere: «L’idea è quella di creare un servizio a 360 gradi per i ciclisti, ma non solo. Quest’anno partiamo con la riapertura del bicigrill, che si chiamerà Energy Bar (come quello di Loppio, ndr). Abbiamo appena montato il nuovo bancone del bar, adesso aspettiamo l’autorizzazione per costuire una cucina fissa di circa 35 mq che sostituirà quella mobile, non più regolare. L’idea è quella di fare una sorta di speck-stube che offra menu per tutti, dai ciclisti ai villeggianti ai locali».
 
A fianco del bar ristorante, saranno realizzati contestualmente una terrazza per i tavoli e un parco giochi di 100 mq per i bambini. «Ma abbiamo acquistato anche 1 ettaro di terreno - proseguono i due ciclobaristi - e nel giro di tre anni vorremmo sviluppare l’esercizio costruendo, sul terrazzamento superiore, tre casette in legno con due camere ciascuna, dato che lungo la pista ciclabile non esistono posti per dormire, se non ci si addentra nei paesi. Ai clienti metteremo a disposizione una lavanderia automatica con lavatrice e asciugatrice a gettoni, servizi igienici e una piccola officina per le riparazioni. Sotto la strada, invece, abbiamo 1000 mq su cui pensiamo di realizzare una decina di piazzole attrezzate per i camper».
 
Il progetto per le camere richiederà una variante urbanistica e la società sta valutando se presentarla in Comune o inserirsi nei nuovi patti territoriali, velocizzando le procedure. L’accesso ai fondi disponibili grazie al progetto Leader abbatterebbe poi parte dell’investimento relativo alle nuove strutture, quantificato in circa 300mila euro. 
L’intenzione è anche quella di mettere a disposizione dei clienti un servizio di noleggio bici. «Poi si vedrà: se le cose andranno come speriamo, ci piacerebbe avviare anche una piccola fattoria didattica».

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