La macelleria Palù, storia di Torcegno

Messa in piedi quasi per caso da Guido nel 1962, è Bottega Storica simbolo di un commercio che sa come resistere

di Massimo Dalledonne

Da agricoltore a macellaio. Tutto nacque per caso. Quella che raccontiamo è la storia di Guido Palù (nella foto) e della sua macelleria che, con l'arrivo del 2017, festeggerà i 55 anni di attività. Dalla Provincia è arrivato anche il riconoscimento di Bottega Storica, una realtà che in paese è nata «per intuizione». 

Il fratello di Guido, Fiore, aveva iniziato a lavorare in Val di Sole e, parlando con alcuni amici, capì dell'esigenza di aprire una macelleria in paese. Detto e fatto. A quasi 30 anni e dopo aver commercializzato castagne e patate, Guido decisi di presentare domanda in comune. «Ne parlai con l'impiegato di allora, Rodolfo Lenzi. C'erano anche altre persone interessate e, per fare esperienza - ci racconta - andai a lavorare per un po' di tempo a Bolzano ed a Telve».
Una volta presentata domanda, finalmente, il 10 marzo del 1962 il comune staccò la licenza: la firma in calce è quella del sindaco del tempo Severo Ganarin , rilasciata dietro il versamento di una tassa di concessione governativa di 4.510 lire. La macelleria aprì i battenti in via Nuova 2.

«Prima della guerra, in quei locali, doveva esserci un'attività commerciale, infatti ricordo come i miei genitori spesso parlavano di una piccola bottega». Con la guerra la casa di famiglia venne distrutta, rovinata da un incendio. Una volta ricostruita, al pianterreno, alcuni decenni dopo Guido apri la sua macelleria e sopra c'era l'abitazione di famiglia. «I primi anni non furono facili, a quel tempo la carne veniva appesa al soffitto, con grandi chiodi, o, in alternativa - continua Guido nel suo racconto - veniva conservata nei banchi, avvolta nella carta. A quei tempi non si sapeva nemmeno cosa fossero i banchi frigo e la carne veniva trattata nel miglior modo possibile». Il macello di famiglia era posizionato sul retro della bottega e, per farvi entrare gli animali, Guido li portava direttamente, a piedi, facendoli passare dall'entrata principale della macelleria. «Gli animali li compravamo dai contadini della zona. Noi avevamo qualche bestia ma non bastava. Si trattava di animali che, per anni, avevano trainato carri e che, una volta lasciato il posto ai più giovani, arrivavano da noi». 

 

Negli anni '60 giravano pochi soldi. «A quel tempo le famiglie cercavano la picaja, la frattaglia e di bistecche se ne facevano poche. Andava soprattutto la carne di castrato, utilizzata per fare brodo e per conzar i crauti». Negli anni ?70 arriva il banco frigo e la nuova insegna della macelleria. La dipinse Francesco Chiletto. Guido non vendeva solo in paese, si dava da fare. Due volte alla settimana, giovedì e sabato, andava anche a Telve di Sopra. Gli anni passano ed anche il macello si sposta, vicino alla stalla, nei pressi della scuola materna del paese. Alla fine degli anni '80 Guido decide di passare la mano. Dopo 26 anni, a 66 anni, passa l'attività la mano al figlio Silvio che prosegue nella tradizione di famiglia.

La macelleria si amplia, locali spaziosi per una macelleria che, oggi come da mezzo secolo, continua ad essere un preciso punto di riferimento per la piccola comunità di Torcegno ma anche per clienti che vengono da fuori perchè la qualità e il rapporto diretto con il macellaio sono una garanzia per chi vuole ancora carne di qualità. Una vera e propria Bottega Storica Trentina.

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