Mezzano: insieme da 67 anni, uniti anche nell'addio

di Manuela Crepaz

Festeggeranno sicuramente assieme il loro 67° anniversario di matrimonio, ma senza la loro numerosa famiglia. Hanno lasciato infatti la loro Mezzano e i loro affetti, a pochi giorni di distanza l'uno dall'altra.

Gian Maria Raffael, el Gioto Role, centenario, è partito per primo, a metà febbraio, come a prepararle il cammino. Lo ha seguito lei, Maria Romagna, 94 anni e oggi nella Chiesa di Mezzano alle 15 si tengono i suoi funerali.

Si erano sposati nel 1949, alle quattro di mattina, per non dover perdere una giornata di lavoro nei campi. Col vestito della festa e lei con il suo bel velo bianco. Una colazione fugace col brazedel, un po’ di latte e cacao e crostoli. Tutto secondo tradizione, com’era usanza allora. Poi una vita trascorsa sempre assieme, uniti nel crescere la loro bella e numerosa prole.
Ma li accomunava anche un’altra particolarità: la capacità narrativa di lei, la sua sensibilità nell’osservare e raccontare degli usi e costumi del tempo passato, capace pure di rilevare le ingiustizie e incongruenze che toccavano alle donne nella società patriarcale contadina.

E lui ne era orgoglioso perché i suoi preziosi scritti (ora conservati tutti dai figli e dalla maestra Margherita Simion, custode con licenza illimitata di utilizzo per contribuire a tener viva la memoria collettiva delle radici dei paesi di valle), apparivano spesso sul mensile «Voci di Primiero», quale fonte primaria e preziosa di notizie storiche di vita quotidiana.
Anche lei ne ricavava soddisfazione, era infatti felice per il riscontro che poi ne riceveva con le telefonate di compiacimento da parte dei lettori e da chi la andava a trovare. E lui sempre lì, pronto a confermare via via i racconti della moglie, vi aggiungeva particolari e aneddoti e negli occhi si leggeva il loro affiatamento: i racconti di Maria erano parte della condivisione delle loro vicinissime vite.

Lei era sempre attenta anche all’attualità. Quando non era d’accordo su qualcosa, prendeva carta e penna e scriveva lettere al giornale e pure in Provincia. Ecco, qui il marito a volte dissentiva. Ma faceva parte del gioco. Un gioco durato quasi 67 anni.

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