Tesino, cassa integrazione nell'ultima industria

di Giorgia Cardini

L’ultima botta, per la Conca del Tesino, arriva via fax di sabato pomeriggio: Confindustria Trento annuncia ai sindacati che la propria associata Spirale srl attiverà la cassa integrazione guadagni ordinaria.

Un provvedimento che interesserà fino a un massimo di 50 unità lavorative, tra operai e impiegati, dello stabilimento di Cinte Tesino, che lavoreranno a orario ridotto e/o verranno sospesi dal lavoro a zero ore settimanali per un periodo di 13 settimane a decorrere dal prossimo 25 gennaio. E dovuto alla «necessità di ridurre l’attività produttiva a causa del perdurare di una temporanea riduzione di ordinativi, determinata dalla non positiva situazione economica a cui si somma la contingente difficoltà di alcuni mercati di riferimento, in particolar modo quello russo».
Inviata a Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil, la comunicazione dà il via alla procedura prevista per legge: un esame congiunto della situazione da parte imprenditoriale e sindacale che porterà a un accordo sulla Cig.

Si parla di cassa integrazione ordinaria, dunque di una situazione che nelle premesse dovrebbe essere superabile: ma basta l’annuncio a far temere che all’orizzonte possa esserci di peggio. Il che, per la Conca del Tesino, sarebbe un dramma dato che la Spirale è l’ultima industria della zona, dopo la chiusura della Bailo.

La società fu fondata nel 1975 da Franco Badio, morto tragicamente nel 2006. Nel 2012 il passaggio di parte delle quote alla Progetto Tesino srl, con sede a Torino (in piazza Solferino), ha portato l’impresa produttrice di stivali in gomma per il lavoro e il tempo libero sotto il controllo di alcune società finanziarie: sempre nel 2012 dalla Spirale srl, cessata, rinasce infatti una nuova società con lo stesso nome, ma in mano alle Ersel Asset Management spa di Torino (con sede sempre in piazza Solferino) per il 37,29% e alla BGroup spa di Bologna per un altro 37,29% (a sua volta controllata da Mais spa di Milano, in mano a una società di revisione fiduciaria): a Nicola e Luca Badio resta il 12,71% a testa, ossia complessivamente poco più del 25% di un capitale sociale portato a 1 milione di euro.

Un cambio di gestione che ha fatto crescere l’azienda fino ai 124 addetti dichiarati al 30 settembre scorso mentre a fine 2014 erano 117 (3 dirigenti, 23 impiegati e 91 operai) e a un consolidamento sul mercato estero grazie anche alle due controllate Spirale Deutschland Gmbh e Spirale Bulgaria Ltd. A un certo punto, Spirale aveva presentato anche una richiesta di ampliamento a Cinte e pensato di spostarsi a Grigno. Ma non se ne è fatto nulla.

Ma la produzione di Spirale è legata anche alla stagionalità: e le condizioni climatiche degli ultimi anni non hanno certo favorito la vendita di stivali e altre calzature in Pvc e materiali termoplastici. Così, i costi della produzione hanno superato i ricavi: una situazione fotografata dai bilanci 2013 e 2014, che hanno registrato rispettivamente una perdita di esercizio di 345.914 euro e 682.498 euro, mentre il valore della produzione è passato da 23.167.816 euro del 2013 a 19.966.730 euro del 2014, di cui 13 milioni da paesi Ue.

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