Per "Castel Ivano" la gente ci mette la faccia

I manifesti del Comitato Castel Ivano per il «Sì» alla fusione da qualche giorno sono comparsi a Spera, Strigno e Villa Agnedo. Non passano di certo inosservati.
Sono il frutto di un progetto collettivo: oltre 170 persone ci hanno messo letteralmente la faccia per costruire un mosaico di fotografie che, messe insieme, formano la parola «Sì», accompagnata da un beneaugurante «Benvenuto futuro».

Il 7 giugno i tre Comuni, con un referendum, dovranno decidere se dire sì o no alla fusione nel comune unico di Castel Ivano. Ne parliamo con il coordinatore del Comitato Daniele Purin. «Il progetto di fusione nasce dal basso, da un comitato di cittadini che nell’autunno scorso ha raccolto oltre mille firme. Inizialmente l’idea era quella di coinvolgere otto comuni valsuganotti. Per ora si lavora con Strigno, Spera e Villa Agnedo - osserva - ma confidiamo che gli altri cinque si possano aggregare in futuro, a partire da Ivano Fracena, dove nelle recenti elezioni amministrative ha prevalso la lista pro-fusione».

Ora c’è un referendum da vincere. Ma le amministrazioni come stanno gestendo il progetto? «Con il massimo impegno, direi. Nelle case arrivano i documenti del progetto, stiamo assistendo a tantissimi incontri dei tre sindaci con i loro cittadini, le associazioni, i vigili del fuoco». Mario Sandri, Claudio Tomaselli e Alberto Vesco hanno promosso l’iniziativa «Vèrdi el vòlto» radunando gli amici e la famiglie per discutere di fusione. Tante domande, risposte precise e puntuali.

Pochi giorni fa il presidente della Provincia Ugo Rossi era a Spera per far conoscere ai cittadini dei tre paesi il contesto dal quale nasce la proposta delle fusioni, ben 19 in Trentino per 55 comuni. «I comuni, così come li conosciamo oggi, non esisteranno più. La scelta che i cittadini hanno di fronte è fra la fusione e le gestioni associate obbligatorie - continua Daniele Purin - in un bacino minimo di 5.000 abitanti, con il blocco del turnover dei dipendenti, la riduzione dei trasferimenti e la sempre maggiore richiesta di velocità, qualità ed economicità dei servizi che tutti ci attendiamo».

Da qui la vostra iniziativa dei mosaico del «Sì». «Esatto. Dimostriamo che questo è un progetto della gente, sentito e partecipato. Abbiamo creato un sito web (www.pinterest.com/iovotosi/si) dove ogni persona che compone il mosaico ha risposto alla domanda “Io voto sì perché?”. Sono pensionati, lavoratori, giovani, studenti, c’è buona parte dell’imprenditoria locale, ci sono le associazioni. Le motivazioni sono molto diverse: si va dalla necessità di unire le forze all’aspettativa di servizi migliori a costi più contenuti, al peso politico del nuovo comune, posto che la riorganizzazione non toccherà in alcun modo identità e volontariato, i pilastri delle nostre comunità. La parola chiave più ricorrente è futuro».

L’aria che si respira nei tre paesi è da pollice verso l’alto. Soprattutto a Strigno e Villa Agnedo. Per quanto riguarda la piccola comunità di Spera, in queste settimane tutte le famiglie sono state coinvolte nella speranza che tra una settimana il referendum possa essere approvato. E che, a partire dall’1 gennaio 2016, in Bassa Valsugana, possa nascere il secondo Comune più popoloso della Comunità: quello di Castel Ivano. I tempi sono maturi, gli amministratori e tanta gente ci credono. Perché la parola chiave e la più ricorrente che si sente in giro è «futuro».

IL NUOVO COMUNE

Con 3.033 abitanti il nuovo comune di Castel Ivano (se nascerà) sarà il secondo comune più popoloso della Comunità Valsugana e Tesino (un po’ più grande di Roncegno), il 38° più popoloso del Trentino subito dopo San Michele all’Adige e prima di Cavedine. Con i suoi 29,59 ettari di estensione territoriale diventerà l’ottavo più esteso in Comunità (dopo Scurelle e prima di Cinte) ed al 69° posto in Trentino.
La richiesta di referendum è stata firmata dal 22,46% dei cittadini residenti nei paesi di Strigno, Spera e Villa Agnedo. In aggiunta agli usuali trasferimenti provinciali, per 20 anni la Provincia garantirà un massimo di 3.848.000 euro per la parte corrente e 846.830 euro per gli investimento: un totale di quasi 4,7 milioni di euro per le casse del bilancio del comune di Castel Ivano. Per tre anni non ci sarà nessun taglio e la spesa per le indennità di carica ed i gettoni di presenza sono ridotti di circa 23 mila euro all’anno.

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